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Autista UberPop: lavoro conveniente!

Dopo i numerosi stop, la sentenza di un tribunale francese l’ha dichiarato legale. Ma come mai, nonostante le contestazioni, sono in molti a voler fare gli autisti UberPop?Le persone che impiegano per il servizio la propria macchina personale, ricevono come “semplice rimborso spese” 49 centesimi al minuto, più 2 euro e 50 fissi a inizio corsa.
uber-popVenerdì 12 dicembre un tribunale francese ha stabilito che UberPop, l’applicazione che permette di utilizzare la propria auto come taxi, non è illegale. Una piccola vittoria per l’applicazione, se si pensa a tutti gli attacchi che ha ricevuto in molti paesi del mondo: India, Spagna, Paesi Bassi, Germania Belgio e Thailandia sono solo alcuni paesi dove Uber (e di conseguenza anche la sua App UberPop) è stato sospeso.

In Francia le cose sono andate un po’ meglio: il 12-12-2014 un tribunale ha stabilito che Uber può proseguire con il suo servizio, ma le associazioni dei tassisti hanno fatto appello contro la decisione e il governo ha comunque approvato diverse leggi che limitano la capacità della compagnia di offrire i suoi servizi – come quella che impone un minimo di quindici minuti di attesa tra la richiesta dell’auto e l’inizio del viaggio (una regola che, secondo alcuni giornalisti, viene semplicemente ignorata).

In India le difficoltà di Uber sono più gravi: un autista Uber di New Delhi è stato arrestato con l’accusa di stupro. Sono quindi fioccate le proteste: secondo i critici, la società non avrebbe installato sulle sue auto il rilevatore di posizione GPS, come invece aveva dichiarato in precedenza di avere fatto. Inoltre non avrebbe eseguito controlli attenti sui precedenti penali dei suoi autisti: l’autista arrestato sarebbe stato già accusato di violenza sessuale in passato.

Ma perché, nonostante tutte queste difficoltà, sono in molti a voler fare gli autisti UberPop?

Partiamo dall’inizio: innanzitutto bisogna specificare che gli autisti di UberPop non sono autisti professionisti, ma persone che impiegano per il servizio la propria macchina personale. Per questo motivo UberPop costa di conseguenza molto poco: 49 centesimi al minuto, più 2 euro e 50 fissi a inizio corsa.

Usare questa App è piuttosto facile: basta iscriversi a Uber con la propria carta di credito, scaricare l’applicazione, selezionare la voce “UberPop” nel menu e richiedere una macchina dopo aver visto su una mappa la sua distanza e il preventivo del tempo di arrivo. L’applicazione dice quanto impiegherà l’auto a raggiungervi, mostra il nome e la foto dell’autista e il voto che gli è stato dato dagli altri utenti.

Per diventare autista UberPop bisogna mandare una domanda a Uber e soddisfare alcuni requisiti: un’auto intestata e immatricolata da non più di otto anni e la patente da almeno tre anni, la fedina penale pulita e nessuna sospensione della patente. Chi ha tutti questi requisiti fa una serie di colloqui con il personale di Uber, chi riesce a passarli riceve la speciale applicazione per autisti e può cominciare a portare in giro le persone.

Gli autisti di UberPop non ricevano un pagamento ma un semplice rimborso spese: terminata la corsa non ci sono passaggi di denaro, il prezzo viene automaticamente pagato tramite la carta di credito a una terza società (né l’autista, né Uber, quindi). Dei 2,50 euro iniziali più 49 centesimi al minuto, Uber riceve il 20 per cento, mentre il resto viene erogato al guidatore. I soldi che riceve Uber sono formalmente un “pagamento” per la gestione dell’App e del servizio, quelli che riceve l’autista sono un rimborso per la benzina, l’usura della macchina e il costo dell’assicurazione – e che quindi, in quanto rimborso, è esente da tassazione.

Per queste ragioni UberPop si presenta come un servizio per condividere la propria auto, in modo da dividere e ammortizzare i costi della benzina e del mantenimento (in maniera non troppo diversa da quella di altri servizi, come per esempio Blablacar).

Il rimborso spese è calcolato sulla base delle tabelle dell’ACI, che servono a calcolare il prezzo medio di un rimborso per chilometro percorso a seconda della tipologia di auto – un’ utilitaria consuma e si usura meno di un fuoristrada. Il rimborso a chilometro di una normale utilitaria è in genere di 40 centesimi a chilometro; per trasformare questo rimborso chilometrico in rimborso orario bisogna stimare la velocità media con cui si muovono le auto in città: la stima che fa Uber è di 40 chilometri all’ora, mentre l’ ANCI (l’associazione dei comuni italiani), stima che la velocità media in automobile a Milano era di 22 chilometri all’ora nei giorni feriali. Questo significa che il rimborso al minuto dovrebbe essere di circa 27 centesimi, cioè un bel po’ in meno di quanto ottengono gli autisti di UberPop. I prezzi di UberPop sono quindi concorrenziali sia rispetto a quelli dei taxi di Milano – soprattutto nei festivi e dalle 21 in poi, quando soltanto salire sul taxi costa rispettivamente 5,20 euro e 6,20 euro – sia rispetto a Uber stesso, che con le sue lussuose berline nere ha un prezzo in media del 20 per cento superiore.

Sembra quindi che gli autisti possano effettivamente guadagnare qualcosa con UberPop, e non solo rientrare delle spese di uso dell’auto. Non c’è da stupirsi se le proteste più forti di tassisti e loro rappresentanti sono avvenute proprio contro UberPop.

Manuela Caputo

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