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Airbag: come nascono e come possono essere dannosi

Letteralmente ‘’borsa d’aria’’, l’ airbag è installato in punti strategici della macchina per ridurre gli effetti negativi e di un incidente. Ma cosa succede se l’airbag è difettoso?

L’avrete visto sicuramente in una scena topica di un film, quando il protagonista va a urtare volontariamente a tutta velocità contro un’altra macchina, oppure più sfortunatamente avrete provato l’esperienza (meno volontaria): un cuscino bianco che si gonfia e fuoriesce dal volante per limitare i danni di un urto. Parliamo dell’airbag, che più precisamente è un dispositivo di sicurezza passiva: la sua funzione cioè non è prevenire i sinistri, ma ridurne gli effetti negativi. Oltre che all’interno del volante, si puà trovare nella plancia fronte passeggero, sottopancia per le ginocchia, nei fianchi sedili o nei montanti per proteggere spalle, testa dei passeggeri anteriori ma anche posteriori. In molti nuovi modelli di auto se ne trovano sparsi nell’abitacolo sette o otto o anche una decina. Nei crash test sono fondamentali per far salire punteggi e stellette di valutazione circa la capacità del veicolo di proteggere i passeggeri dagli urti in caso d’incidente stradale.

La sua invenzione risale al 1952, fu dello statunitense John Hetrick, ma la prima vettura di produzione a montare i “cuscini salvavita” – la Oldsmobile Toronado – fu presentata negli USA solo vent’anni dopo, nel 1973. Ai tempi presentava molti limiti tecnici e risultava molto costoso, tanto che i consumatori si dimostrarono così disinteressati che la stessa Oldsmobile eliminò la possibilità di utilizzare gli airbag. In Europa la prima casa costruttrice a offrire gli airbag sulle proprie auto fu la tedesca Mercedes-Benz, che dal 1981 cominciò a proporre il dispositivo in opzione sui suoi modelli più prestigiosi.

Da allora le ricerche automobilistiche nel campo della sicurezza hanno portato a una diffusione sempre maggiore degli airbag, e dal 1 aprile 1989 negli Stati Uniti è obbligatorio che le auto nuove siano dotate del cuscino lato guida, mentre l’obbligo di quello per il passeggero anteriore è entrato in vigore nel 1998. In Europa la normativa varia da nazione a nazione: nello specifico, l’Italia ha imposto l’obbligo di airbag lato guida per i nuovi modelli più potenti dal 1992, mentre quello dei due cuscini anteriori è arrivato su tutte le auto circa dieci anni dopo.

Ma come funziona il sistema degli airbag? Innanzitutto bisogna sapere che è composto da quattro elementi fondamentali: sensori di accelerazione, centralina elettronica di gestione, dispositivo di gonfiaggio e cuscino. Quando i sensori percepiscono un’improvvisa decelerazione dell’auto (longitudinale o laterale) compatibile con un impatto inviano un segnale alla centralina, che decide se le conseguenze dello scontro sui passeggeri possano essere ridotte dagli airbag. In questo caso, la centralina invia un segnale al dispositivo di gonfiaggio, che tramite l’esplosione di una piccola carica gonfia il cuscino in circa 30/50 millesimi di secondo (i tempi si stanno però abbreviando), evitando che la testa o parti del corpo degli occupanti urti direttamente contro elementi rigidi dell’abitacolo. Il cuscino, fatto di uno speciale tipo di stoffa, è riempito di azoto o gas inerte e dopo l’impatto una serie di microfori sulla sua superficie ne permettono lo sgonfiamento.

Il problema è che non mancano i casi in cui questi dispositivi siano difettosi, e che quindi diventino molto lontani dall’essere sicuri: progettazione e costruzione errate dei sensori o del dispositivo di gonfiaggio rischiano di realizzare azionanti inopportuni, ocreare un eccesso di pressione all’interno dell’airbag, facendolo esplodere e produrre schegge di plastica o metallo proiettate ad alta velocità verso i passeggeri. In questo caso cosa succede? La casa produttrice deve assolutamente ritirare le auto difettose dal commercio per sostituire il difetto, causa di gravi incidenti – che possono tramutarsi in letali.

Questo è esattamente ciò che deve fare la Takata Corporation, un’azienda giapponese fornitrice di componenti per l’industria automobilistica, che è al centro di un enorme richiamo a livello mondiale: oltre 16 milioni di automobili risultano avere airbag difettosi, e i marchi interessati sono molteplici (Honda, Acura, Toyota, Lexus, Nissan, BMW, Chrysler, Dodge, Ram, Ford, Mazda, Mitsubishi, Pontiac, Saab, Subaru e anche Fiat continuano a chiedere di poter velocizzare i richiami). Gli airbag per il lato guida, in particolare, prodotti da Takata all’inizio degli anni duemila hanno già provocato cinque morti accertate e almeno 160 feriti a causa di un difetto costruttivo del dispositivo di gonfiaggio. Inutile quindi nascondere i risultati negativi dei test fatti in laboratorio, alla fine la si paga in vite umane, feriti, sanzioni e credibilità.

Manuela Caputo

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