MotorAge New Generation

Troppo ottimismo per l’ ELETTRICA siciliana

Il progetto si chiama “Grifa”, e riguarda due vetture che dovrebbero salvare le fabbriche di Termini Imerese. Arrivano anche i primi dubbi sul il via libera che dovrebbe rilasciare ministero dello Sviluppo economico e di Invitalia.

E’ nata una nuova azienda automobilistica Italiana. E’ la Grifa, acronimo che sta per “Gruppo italiano fabbriche automobili”. E’ nata sulle rovine dell’ex fabbrica Fiat di Termini Imerese e dovrebbe riassumere i 756 operai Fiat da anni in cassa integrazione. Alle sue spalle una società costituita sette mesi fa, controllata per intero da un’altra con sede a Bolzano la Energy Crotone1 capitale 10.000 euro, controllata a sua volta al cento per cento da una società immobiliare Professional Asset Manager con sede a Milano guidata da un amministratore congolese Kiala Dielunguidi, il tutto finanziato da un Fondo di investimento brasiliano. Obiettivo la costruzione di una city car ibrida e un’altra elettrica. Avvio della produzione fine 2015. Numero esemplari prodotti all’anno 35.000.

La prima, che dovrebbe far parte della gamma A, sarà progettata sul filone della Panda a quattro porte, con una versione light hybrid, che dichiara fino a 10 km di autonomia con il motore elettrico, poi la full hybrid, che dovrebbe raggiungere i 70 km di autonomia e infine la full electric, il cui obiettivo sono 110 km di autonomia. In progetto anche la produzione di una city car a due posti, che dovrebbe ricordare una piccola Smart (ancora più piccola) e full electric, con telaio tubolare che offrirà un massimo di 80 km orari, 120 km di autonomia e peso non superiore ai 450 kg.

L’Italia è proprio un Paese molto strano; l’auto elettrica è in crisi ovunque. Lo sa la Renault, ma anche Pininfarina e Bollorè e un po’ tutti i costruttori europei, americani e giapponesi. Noi (italiani) invece ignoriamo questi segnali e promettiamo un mercato elettrico che salvi Termini Imerese, illudendo 756 famiglie. A meno che non si creda nei miracoli… con tutta l’aleatorietà che questo comporta.

G.M.

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