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Presentazione del Gran Premio di Abu Dhabi

Dopo una stagione lunga e difficile, eccoci finalmente all’appuntamento di Abu Dhabi, sede dell’ultima gara del Campionato 2014: un appuntamento formidabile per concludere l’anno. Analizziamo il circuito.

Il circuito di Yas Marina costituisce una sfida impegnativa, in un ambiente molto accogliente, con strutture all’ultimo grido,  offre diverse caratteristiche in comune con la pista di Melbourne, che apre il calendario.
Lo Yas Marina Circuit è un tracciato caratterizzato dall’asfalto molto liscio, con tante curve a 90° e un rettilineo da record: ben 1,2 chilometri di lunghezza. Così come accade in Bahrain, la corsa qui inizia il tardo pomeriggio e si conclude la sera, sotto la luce artificiale di un imponente impianto d’illuminazione. Questo significa che il tracciato tende a raffreddarsi con lo svolgersi della gara e ciò ha effetto anche sul comportamento delle gomme e, di conseguenza, sulle strategie. La prima parte del circuito presenta una serie ininterrotta di curve, dove è necessario ottenere la massima trazione di uscita. Le monoposto tendono ad avere un assetto morbido al posteriore, ma questo può causare un aumento dell’usura degli pneumatici.

Le osservazioni di Renault Energy F1-2014
–       Il lungo rettilineo che si trova tra la curva 7 e la 8, si estende per quasi 1,2 km: il gruppo propulsore potrà viaggiare alla massima accelerazione per 14 secondi, raggiungendo velocità di oltre 310 km/h.
–       Il terzo settore, che collega la curva 11 alla 21 e ultima sterzata, è per lo più costituito da curve a destra, da affrontare in seconda o terza. In questo segmento, la velocità media sarà appena di 160 km/h. Pertanto è necessario che il gruppo propulsore sia abbastanza flessibile, offrendo al tempo stesso un adeguato tempo di risposta nelle brusche fasi di accelerazione tra una curva e l’altra. Questa parte del tracciato consente infine ai MGU-K ed ai MGU-H di recuperare energia sufficiente e di ricaricare la batteria per il resto del giro.
–       Il consumo di carburante sul circuito di Abu Dhabi raggiunge livelli molto elevati a causa dell’irregolarità del manto stradale dell’ultimo settore del circuito.
–       Il clima caldo e secco può provocare fenomeni di “knock” (battito in testa), che talvolta si producono nei motori turbo. Noti anche come “detonazioni”, questi fenomeni avvengono a causa di una combustione anomala della miscela aria-carburante. Il termine “knock” fa riferimento al rumore prodotto dall’aumento della pressione all’interno del cilindro, che produce una sorta di colpo, il quale successivamente fa risuonare il pistone, la biella e i cuscinetti. Per attenuare questo fenomeno occorre controllare l’accensione e l’iniezione di benzina.
–       Dato che si tratta dell’ultima corsa della stagione, il regolamento autorizza le scuderie a utilizzare ancora i componenti che erano stati precedentemente confinati al parco chiuso. Forti delle maggiori conoscenze acquisite nel corso di quest’anno sul gruppo propulsore, riusciremo così a riciclare alcune parti interne, sempre nel rispetto dei parametri approvati.
–       È ormai noto che le tabelle del Gran Premio di Abu Dhabi offriranno il doppio dei punti normalmente attribuiti, per cui sarà essenziale spingere al massimo i componenti, tanto più che per quest’anno sarà l’ultima volta che ci sarà modo di farne uso.
–       Dalla sua prima edizione, nel 2009, l’evento è stato particolarmente propizio alle monoposto con motore Renault. Sebastian Vettel, dopo essersi aggiudicato la gara inaugurale con motore RS27, il V8 2,4 L del marchio della Losanga, ha replicato un anno dopo, conquistando il primo dei suoi quattro titoli mondiali. Kimi Räikkönen, da parte sua, ha trionfato nel 2012, seguito ancora da Vettel che, l’anno scorso, è entrato per la terza volta nel palmarès della gara. Infine, Renault è uscita vittoriosa da Yas Marina per ben quattro volte in cinque edizioni del Gran Premio di Abu Dhabi.
–       I gruppi propulsori di nuova generazione sviluppano lo stesso livello di potenza dei loro omologhi del 2013, consumando, per ogni gara, almeno 60 kg di carburante. I V6 turbo pertanto offrono un rendimento di gran lunga superiore  – circa il 35% – rispetto ai vecchi blocchi V8.
–       Tra l’e-Turbo e i sistemi di recupero dell’energia cinetica, recuperiamo intorno a 6 MJ a ogni giro. Complessivamente, Renault nel 2014 ha recuperato più di 15 milioni di kilojoule da ciascuna delle sue scuderie.
–       Grazie al controllo ottimizzato del gruppo propulsore e delle specifiche del carburante, il rendimento di Energy F1-2014 tra Melbourne e Abu Dhabi registrerà un miglioramento di oltre il 5%.
–       Prima della manche finale del Campionato del Mondo 2014 di Formula Uno, Daniil Kvyat (Scuderia Toro Rosso) è il pilota Renault che ha percorso la maggior distanza su pista, con un totale di 13.188 km. Grazie a questo risultato, si classifica al terzo posto della stagione, dopo Kevin Magnussen in testa e Nico Rosberg in seconda posizione. Il gruppo propulsore Renault con il maggior numero di chilometri a contatore appartiene al team Lotus F1, che ha registrato 3.944 km nel 2014.
Daniel Ricciardo della scuderia Red Bull Racing ha messo a segno la maggiore velocità massima tra tutti i piloti che hanno gareggiato con motori Renault. L’ormai triplice vincitore di Gran Premio ha infatti raggiunto il record di 362 km/h (sistema DRS e aspirazione inclusi) nel corso di una manovra di sorpasso durante il Gran Premio d’Italia disputato sul circuito di Monza

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