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Un MUSEO che è un’AVVENTURA

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L’incontro con Peugeot a Sochaux è stato una specie di “full-immersion” in varie realtà del mondo Peugeot, tra passato e futuro. La prova della nuova 508, gli appuntamenti con Alcantara e Magneti Marelli (che avevano motivazioni ben precise per l’incontro), una piccola ma interessante passeggiata con qualche auto storica, un’immancabile intervista con il boss dell’ufficio stampa italiano. Per ogni aspetto Motorage.it ha programmato un vivace servizio. Ma tutto si trova a orbitare intorno a un punto focale, l’incredibile (nel senso reale del termine) Museo de l’Aventure.

 


 
Sfioriamone qualche aspetto (altrimenti serve il libro, peraltro intrigante).

L’Aventure Peugeot è l’ associazione fondata nel 1982 da Pierre Peugeot per raccogliere i diversissimi impegni industriali realizzati dal 1810 aMarchio Peugeot ed esporli  nel Museo di Sochaux.

Culla di idee
Aperto al pubblico dal 1988, vi si trovano creazioni note o impensabili, da ciò che si muove agli utensili, in quattro periodi, dal XIX secolo ai giorni nostri.

Ampliare lo spazio
E’ stato doveroso anche solo per “dare respiro” alle automobili Anni 1950 – 1970, a Cicli e Motocicli, concept, sport, come pure alle prime attività della famiglia, tipo lame, stecche corsetti, macinacaffè, cucitrici.

L’epoca dei “Pionieri” – ci sono le automobili più antiche del mondo, protagonista la Vis-à-vis del 1891, la prima con motore benzina fabbricata da Peugeot Frères. Il periodo 1905-1918, all’inizio della produzione industriale, trova la famosa  Bébé Peugeot, quello 1919-1935 che si apre alla produzione in serie delle “voiturette”, ha rappresentanti quali la Quadrilette 161 o, a raffigurare gli eccessi tipici degli anni ruggenti, la carrozzano Landaulet 184.

Le denominazioni a tre cifre svelano logiche di distinzione; il sigillo è la generazione 1 e la mitica 201 degli anni ‘30, prodotta in 142 000 esemplari. Poi c’è la fase (1936-1949) delle carrozzerie interamente in acciaio, dove si riconosce uno stile più fluido, come nei modelli “Eclipse”, coupé trasformabili in cabriolet, vedi le 401, 601 e 402. Una caratteristica che anticipa le odierne Coupé-Cabriolet.

Svolta in quantità
Quando si guardano i modelli a partire dagli Anni ‘50, si ricordi anche del bel balzo produttivo per raggiungere clientele più vaste. Ne è esempio la 403 e i suoi 1,3 milioni di esemplari. Questa vettura è ovviamente il modello di punta di questo spazio.

Le generazioni 3 e 4 sono artefici di quello che viene ricordato come “Trentennio glorioso” (1950 – 1970) negli anni del boom economico: è l’epoca della 203, la vettura del “Rinnovamento”, e poi della 404, auto che chi ha viaggiato un po’ non fatica a definire “il mezzo ovunque”, simbolo Peugeot in Africa e in Sud America.

Saltiamo al recente, agli anni 1980 -1990 quando la famiglia 5 ha dato corpo a un modello divenuto icona, la 205, che al museo è rappresentata in ogni variant e variabile, commerciale e sportiva.

Sorprese dal gusto…
A molti visitatori può sorprendere lo spazio cicli e motocicliRipercorre 100 anni di prodotti, dal Grand-Bi del 1882 a una recente concept-bike del Marchio, da una moto 515 detentrice del record del 1934 della 24 Ore con 118 km/h a Montlhery alla bicicletta con cui Bernard Thévenet vinse il Tour de France nel 1977.

L’automobilismo sportivo
Ha un suo spazio per far concentrare le attenzioni sulle 905 e 908 vincitrici della 24 Ore di Le Mans nel 1992, 1993 e 2009, o sulla 205 Turbo 16, due volte Campione del Mondo Rally nel 1985 e nel 1986.

Decisamente appariscente è l’area dei concept, circondati dal futuribile con le rappresentazioni techno esibite ai più importanti Saloni mondiali degli anni recenti.

Personalmente ritengo cosa buona e giusta dare un convinto consiglio. Appena potete, con la famiglia, con gli amici, andate a visitare il Musée de l’Aventure Peugeot: è un percorso culturale molto intrigante.  

All’interno vi si trova anche un bel bar-ristorante-brasserie che è anche piacevolmente stilizzato e rialzato sul teatro scenografico delle avventure Peugeot, dove le aree e gli spazi sono periodicamente modificati e sviluppati.

Fabrizio Romano

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