MotorAge New Generation

Prossimamente sulle nostre strade: Kitt

 auto-del-futuro-automaticheEbbene sì, Kitt esisterà per davvero! Con grande gioia degli appassionati delle serie televisiva degli anni ’80, la macchina del futuro si guiderà da sola: si tratta di un’auto di nuova generazione con un sistema di pilota automatico in grado di evitare collisioni, mantenere la corsia di transito e parcheggiare, tutto senza l’intervento del guidatore.

Tramite un sistema di sensori e laser che riproducono l’immagine dell’ambiente circostante su un monitor interno, l’auto è in grado di evitare i passanti e di mantenere la distanza di sicurezza: il monitor infatti mostra la distanza e la velocità del mezzo che precede la macchina a guida automatica, registra la distanza tra le ruote e le strisce sulle carreggiate, analizza le curve e assesta la posizione sulla corsia di transito. E per non farsi mancare alcuna agevolazione, l’auto del futuro parcheggerà automaticamente: basterà rilasciare il freno e il volante girerà da solo.

Sono molte le case automobilistiche che stanno lavorando a questi progetti: Bmw, Volvo, Tesla, Toyota, Nissan. Google però è stata tra le prime aziende che, per tutt’altre ragioni rispetto alla mobilità, ha sperimentato delle applicazioni di guida automatica. Le prime auto a pilota automatico infatti non nascono dall’automotive, ma sono state le Google cars su base Toyota, da oltre un decennio, ad aver aperto la strada a questa tecnologia. Sicuramente con un modello di business innovativo, che non prevede di vendere auto, ma servizi di mobilità.

I tempi, però, perché le auto del futuro diventino totalmente indipendenti e automatiche nella guida non sono così vicini: se l’ottimista Google parla di altri cinque anni per lo sviluppo a pieno della tecnologia di autoguida, Mercedes Benz e Bmw parlano di almeno altri dieci anni perché la tecnologia diventi davvero sicura e sia esportata su larga scala. E se i problemi legati alla tecnologia saranno a breve risolti, un’auto con guida automatica ne creerà altri di natura assicurativa. La domanda ovviamente è semplice: cosa accade se si fa un incidente mentre a guidare è il pilota automatico? Chi paga i danni e chi ha torto, se l’incidente è dovuto a un guasto tecnico? Insomma l’occhio umano è sempre necessario, anche solo per valutare se la persona che è sul ciglio della strada sta per attraversare o sta aspettando un bus: valutazione che un’auto automatica non può fare basandosi solo su radar e sensori.

Inoltre, se le macchine automatiche diventassero davvero sicure, ci sarebbero diverse implicazioni su molti fronti: innanzitutto, se il numero degli incidenti diminuisse drasticamente, il costo delle RCA calerebbe in modo consistente e ci sarebbe sempre meno bisogno di assicurarsi. In più le case automobilistiche ridurrebbero il peso delle auto, poiché i veicoli non avranno la necessità di essere costruiti con tutto quell’acciaio rinforzato e quei dispositivi di sicurezza che richiedono oggi: in questo modo si abbasserebbero i costi del veicolo, i tempi di produzione e il consumo di carburante. Infine, auto più leggere e più facili da costruire potrebbero aprire il settore RC auto a nuovi rivali che utilizzano un modello come Apple’s, dove una compagnia disegna e introduce nel mercato un prodotto ma esternalizza la sua costruzione.

Insomma, una vera e propria rivoluzione. Ora resta da capire quanto costerà la messa in sicurezza delle strade – poiché queste auto richiedono delle strade adatte a questa tipologia di traffico – e se per la guida di questi veicoli sarà o meno richiesto il possesso di una patente che integri, con i fondamenti della guida classica, nozioni di tecnologia base anche per i meno avvezzi all’elettronica moderna.

La Redazione

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