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Tutor


sistema-safety-tutor Cari compagni che accompagnano i nostri viaggi in autostrada: i tutor, ufficialmente identificati con la sigla SICVE (Sistema Informativo per il Controllo della Velocità). Il primo sistema che permette di rilevare la velocità media dei veicoli lungo un tratto stradale è stato introdotto nel 2005 e, ad oggi, ha fatto sicuramente il suo lavoro: dimezzato il tasso di mortalità e ridotto del 27% il numero di incidenti con feriti.

Ma come funziona? Nell’attraversare il portale, il sensore rileva la tipologia di veicolo (camion, automobile, bus, moto, etc.) e attiva la telecamera che rileva targa e registra la data e l’ora del passaggio. Alla fine della tratta in analisi, il sensore del portale d’uscita si comporta allo stesso modo rilevando targa del veicolo, data e ora del passaggio. In seguito un sistema centralizzato abbina i dati rilevati dai due sensori, quello di entrata e di uscita, determinando la velocità media di ciascun veicolo. Ovviamente tiene conto dei limiti di velocità specifici di ciascuna tipologia di veicolo transitato e, in caso di violazione, il sistema interroga automaticamente il database della Motorizzazione Civile per risalire all’intestatario del veicolo. La Polizia Stradale accerterà la violazione e successivamente il sistema si occuperà di compilare, stampare e avviare la procedura di notifica al trasgressore. I dati relativi ai veicoli la cui velocità media non supera quella consentita vengono automaticamente eliminati.
Il tutor ha una tolleranza del 5% sulla velocità rilevata, oltrepassati i quali, le sanzioni possono diventare davvero care: se si supera il limite

Rispetto a quella vigente del 14 agosto 2009, si sta elaborando una nuova direttiva prevede diversi cambiamenti in materia di tutor: gli incassi delle multe saranno divisi a metà tra il gestore delle strade (il Comune) e gli organi accertatori (la Polizia locale). Ci sarà inoltre una segnalazione più esaustiva delle postazioni di controllo e verrà resa obbligatoria la manutenzione ordinaria di tutor e autovelox, la cui scadenza è fissata a vent’anni.

Come detto sopra, il tutor effettua due rilevamenti per calcolare la velocità media del veicolo in base al tempo di percorrenza e alla lunghezza chilometrica del tratto autostradale interessato, ma nel corso degli anni molti dubbi sono sorti circa il luogo dove viene individuata la violazione. Stando al decreto in fase di approvazione, l’infrazione rilevata dal Tutor riguarda esclusivamente il tratto in uscita, quindi, qualora il calcolo della velocità media venga effettuato dal portale d’ingresso al portale d’uscita, sarà possibile fare ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto.

Ci sono inoltre dei cavilli puramente legali che possono portare ad annullare le sanzioni: se il tutor che ha scattato la foto non è stato sottoposto a controlli e manutenzione negli ultimi 12 mesi, la multa non è ritenuta valida. O ancora: Il sistema Vergilius, un evoluzione dei tutor, non gode di una corretta omologazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: sarebbe passato come un semplice aggiornamento software/hardware del sistema e quindi potenzialmente coperto dall’approvazione ministeriali riservata al tutor, ma non effettivamente approvato dal Ministero.
Si tratta proprio di un caso all’italiana? Pare di sì, dato che vengono fatti cospicui investimenti su sistemi informatici la cui funzione è resa nulla da semplici questioni burocratiche.

Manuela Caputo

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