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Mercedes-Benz S 63 AMG Coupé: Fascino irresistibile

MERCEDES-BENZ S 63 AMG COUPEImpressioni di guida

Negli Anni 80 la Mercedes- Benz realizza la SEC, un coupé di derivazione Classe S contraddistinto dalla linea elegante e sensuale disegnata magistralmente da Bruno Sacco. Ben presto la SEC diventa protagonista del jet set mondiale, ma anche la più apprezzata tra i piloti di Formula 1 che ne lodano le alte prestazioni associate all’understatement. Difficile, difficilissimo creare una degna sostituta di questo simbolo dei (fin troppo) ricchi Anni 80.
Cambiano i gusti, le mode, gli equilibri finanziari nel mondo e la SEC cede il passo negli Anni 90 a un modello assai meno affascinante stilisticamente, denominato CL. Meglio andrà alla terza e alla quarta generazione, ma il Coupé creato da Bruno Sacco rimarrà a lungo insuperato. Oggi con l’esordio della nuovissima Mercedes-Benz S Coupé, l’ormai storica SEC ha finalmente trovato una degna erede; basta osservare la linea dell’ultima nata per rimanere favorevolmente colpiti dal mix tra eleganza e sportività. Elementi questi ultimi che corrono di pari passo fino a intersecarsi, dando vita a un frontale aggressivo ma non troppo, a fiancate con alta linea di cintura e una doppia scalfatura, nonché alla parte posteriore addirittura disarmante nella sua semplicità. E il “Lato B”, infatti, coniuga al meglio i sottili gruppi ottici con il lunotto tondeggiante e il diffusore che funge da generatore di downforce.

Moltiplicatore di emozioni

La versione da noi testata è la S 63 AMG Coupé (a trazione posteriore), una sigla che preannuncia altissime prestazioni agli intenditori. A tale riguardo, infatti, l’accelerazione 0-100 km/h viene coperta in 4”3/10 e la velocità massima di 250 km/h è autolimitata. Merito del propulsore V8 biturbo di 5.461 cc, erogante 585 CV a 5.500 giri/min., nonché l’impressionante coppia massima pari a 900 Nm da 2.250 a 3.750 giri/min. Forza motrice adeguatamente gestita dal cambio automatico AMG Speedshift MCT- a 7 rapporti. Tale trasmissione prevede tre programmi differenti di funzionamento, ovvero C (Controlled Efficiency), S (Sport) e M (Manual). Come se non bastasse anche i consumi di benzina soddisfano; lo dimostra il valore dichiarato in 10,1 litri per 100 km nel ciclo combinato.

Exhaust flaps

La S 63 AMG Coupé impiega un sistema di scarico sportivo, con tanto di flaps che si aprono selezionando le modalità S e M del cambio. In tale modo il tipico e corposo sound del V8 AMG, motore realizzato secondo la filosofia “one man, one engine”, fluisce liberamente. Al contrario, inserendo il programma C i flaps rimangono chiusi e il rombo del propulsore è più morigerato.

Fantastiche “pieghe”

L’esemplare da noi testato dispone del Magic Body Control opzionale. Questa funzione consente vere e proprie “pieghe” in curva, sulla falsariga di quanto avviene per le motociclette. In pratica un sistema elettronico riduce l’accelerazione trasversale esercitata sui passeggeri, ottimizzando sia il comfort che il piacere di guida specialmente nei percorsi misto veloci. Da notare che il Magic Body Control è attivo da 30 a 180 km/h e dispone del Road Surface Scan. Dispositivo questo che, tramite una telecamera frontale, registra in anticipo la situazione e l’andamento della strada predisponendo l’assetto.

“Salotto buono”

Gli interni sono un vero e proprio trionfo di pelle pregiata e fibra di carbonio, mentre non mancano aspetti che richiamano la sportività della vettura come i sedili anatomici, il volante con corona inferiore appiattita e le levette del cambio al volante stesso. La strumentazione digitale per parte sua rappresenta un tocco di high tech, è perfettamente visibile in ogni condizione di luce e integra il display TFT. Tramite quest’ultimo si possono visualizzare numerose funzioni della vettura, a partire dalla navigazione satellitare. Riguardo l’abitabilità, gli occupanti dei sedili anteriori dispongono di uno spazio eccellente, mentre i passeggeri dietro stanno piuttosto comodi a patto di non superare il metro e 80 di statura.

Un’ esperienza di guida completamente nuova

Al volante della S 63 AMG Coupé è necessario dimenticarsi qualunque altra vettura guidata prima, poiché il comportamento è qualcosa d’interamente inedito. Sulle prime, in curva, il Magic Body Control richiede un certo apprendistato poiché un’auto che “piega” come le motociclette non è certo affare di tutti i giorni. Ma poi ti accorgi che questo sistema è fantastico, portandoti a sentire ogni sfumatura del comportamento su strada senza che questo intacchi minimamente il comfort. Lo sterzo ad asservimento elettromeccanico per parte sua “dialoga” perfettamente con l’assetto, è sufficientemente diretto ma non tanto da creare apprensione nei lunghi curvoni autostradali. Riguardo il motore, il V8 biturbo ha una spinta costante degna di un 7 litri aspirato. In altre parole, non vi sono quelle tipiche impennate di giri dovute ai turbo, quanto piuttosto un andamento della coppia lineare e nel contempo “pazzescamente” efficace. Performance da apprezzare con il cambio regolato in S, non solo perché le marce vengono inserite automaticamente “alla velocità del pensiero”, ma anche in virtù dei flap di scarico che si aprono originando “musica per le orecchie degli appassionati”. D’accordo, i flap rimangono aperti anche selezionando l’opzione manuale del cambio, ma in questo caso tirando la levetta di destra intercorre un certo lasso di tempo prima che il rapporto superiore “vada a segno”. Come se non bastasse, le levette del cambio girano assieme al volante e possono generare confusione nelle rotazioni oltre i 90°. Infine, una menzione di merito va ai freni con dischi carboceramici, molto potenti e praticamente infaticabili in circuito quanto malleabili in città come ben pochi altri sistemi del genere riescono a essere. In sintesi, la Mercedes-Benz S 63 AMG Coupé ha tutti i presupposti per furoreggiare nel jet set e diventare la prima auto dei piloti di Formula 1. Al riguardo, sarà molto più apprezzata in termini di performance di quanto non lo fosse la 560 SEC che, spesso e volentieri, era oggetto di preparazioni spinte, “fuoriserie” come si suole dire.

Gian Marco Barzan

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