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La Fusca protagonista del mondiale in Brasile


B02-fe886I “Mondiali di Calcio” che si svolgono in Brasile hanno convogliato in questo stupendo Paese giornalisti e sportivi provenienti da mezzo mondo, che hanno scoperto ragazze bellissime, giovanotti statuari, feste religiose, una prorompente vegetazione, fiori di una bellezza inaudita, ma anche… un’automobile che rappresenta la grande passione dei brasiliani: la Fusca, in altre parole il Maggiolino “made in Brasil” che si trova ovunque dalle megalopoli alle favelas, ai villaggi. sperduti nell’Amazzonia brasiliana.

La Fusca è il simbolo del Paese di Ronaldinho, di Chico Buarque, di Ayrton Senna. Negli anni Quaranta, l’automobile in Brasile era un oggetto di lusso riservato a pochi fortunati, ma nel 1950, con l’arrivo dei primi Maggiolini giunti dalla Germania (avevano ancora il lunotto posteriore diviso in due parti), venduti a un prezzo relativamente contenuto e accompagnati da una meritata fama di solidità e sicurezza, conquistarono rapidamente un certo successo.

Nel 1952 il governatore di Getulio Vargas emanava un’ordinanza con l’intento di privilegiare la produzione locale, di dissuadere i costruttori stranieri a importare vetture, ma di costruirle in loco godendo di misure fiscali favorevoli per la realizzazione in Brasile di nuovi stabilimenti. Proprio per questo la Volkswagen decise di costruire uno stabilimento di assemblaggio nel quartiere d’Ipiranga a San Paolo, trovando però qualche difficoltà nel reperire delle aziende locali che potessero fornire almeno il 54 per cento dei pezzi da assemblare come richiesto dalla leggi locali. La produzione della Fusca ha avuto infine un importante rilancio sotto la presidenza brasiliana di Itamar Franco, che trovò i soldi per finanziare l’ampliamento dello stabilimento, in modo da contrastare i nuovi rivali scesi in campo: Fiat Uno e Chevrolet Corsa. La Volkswagen Fusca è diventata così anche una protagonista del “Mondiale di Calcio 2014”, tanto più che ora è caratterizzata da molte modifiche estetiche e funzionali rispetto all’ultima versione europea, a cui bisogna aggiungere una particolarità tutta brasiliana in più: può essere alimentata sia a etanolo sia ad alcol estratto dalla canna di zucchero.

G.M.

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