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Porsche 911 Targa 4: “Cara celeste nostalgia”

 Impressioni di guida

Dopo tre generazioni, la Porsche 911 Targa torna alla classica formula del tetto apribile associato al rollbar e a un ampio lunotto. Soluzioni che provocheranno un piacevole “tuffo al cuore” ai ragazzi degli Anni 70, al pari della tinta celeste ispirata nettamente a quella utilizzata proprio sulle 911 di quarant’anni fa. Ma le analogie con il (glorioso) passato finiscono qui, poiché la nuova Targa è in realtà un’auto modernissima a cominciare dal tetto stesso che non è più a “estrazione manuale”, bensì completamente elettrico. È sufficiente infatti la semplice pressione su un bottone per le operazioni di apertura e chiusura; peccato che ciò sia possibile esclusivamente a vettura ferma.

 “Six appeal”

Il motore della Porsche 911 Targa 4 è il classico flat six collocato a sbalzo del retrotreno, nella configurazione da 3.4 litri (esiste anche la versione S con il più potente 3.8). La potenza ammonta a 350 CV, mentre l’accelerazione 0-100 km/h si svolge in appena 4”8/10 optando per il binomio cambio PDK- Sport Chrono package, presente sull’esemplare provato. Ma ora è giunto il momento di scoprire il carattere della 911 Targa 4. Cintura allacciata, un giro di chiave (rigorosamente a sinistra, un retaggio delle classiche 24 Ore di Le Mans) e il sempiterno 6 cilindri boxer Porsche si avvia nel suo rombo inconfondibile. A questo punto, profittando di una bella giornata di sole, apriamo il tetto e comincia il nostro viaggio. Al primo rettilineo libero è un piacere riscoprire la “cattiveria” del 3.4, proporzionalmente maggiore rispetto al 3.8 litri. Tale fattore è dovuto principalmente all’elevatissima pressione media effettiva dei pistoni. In sostanza, si tratta di un motore che sale (e scende) di giri molto velocemente, oltreché capace di esibirsi in allunghi imperiosi.

 Cambio veloce, ma…

Il cambio a doppia frizione PDK è celere sia nel passaggio al rapporto superiore, sia in scalata. Quest’ultima fase avviene con una sonora “doppietta”, per la pura gioia dei veri appassionati della guida sportiva. Non mancano però i difetti, il primo dei quali riguarda la funzione manuale tramite la leva centrale che va spinta per salire di marcia, nonché tirata per scalare. Come dire l’esatto contrario di quanto suggeriscano le leggi della fisica; francamente non comprendiamo perché in casa Porsche solo la 911 GT3 abbia il layout corretto. Certo, la funzione manuale del PDK è gestibile anche attraverso le levette. Peccato che queste ruotino assieme al volante, anziché essere fisse al piantone, a rischio di confondersi nelle rotazioni superiori ai 90°. Infine, la scalata automatica premendo a fondo l’acceleratore avviene anche con la funzione manuale inserita.

 Aderenza a tutta prova

La trazione integrale permanente PTM, il migliore centraggio dei pesi rispetto alla generazione precedente, nonché l’elettronica di controllo dinamico evoluta rendono la 911 Targa 4 molto efficace nelle curve. L’inserimento è netto, preciso e soprattutto privo di quell’odioso sottosterzo che affliggeva le “vecchie” 911 (serie 997 compresa). Sarà anche un termine abusato, ma la sensazione è di “viaggiare sui binari” e il limite d’aderenza è talmente collocato in alto da potersi esprimere solo in pista. E proprio nelle staccate al limite in circuito si apprezzerà tanto la potenza e resistenza dei freni, quanto la pressoché totale assenza dei moti di cassa.

Niente vortici

Tornando a trattare del tetto elettrico, viaggiando open air la 911 Targa non provoca alcun vortice d’aria anche andando forte. La folta chioma della ragazza seduta a fianco (o ancor meglio, alla guida) non verrà scompigliata. E poi, lasciatecelo dire, a noi la linea di questa 911 Targa sembra ancora più bella di quella della 911 Coupé…

Gianmarco Barzan

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