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Alfa Romeo 4C e 8C Competizione a confronto

  Così uguali, così diverse

 Confrontare tra loro le Alfa Romeo 4C e 8C Competizione potrebbe apparire quantomeno singolare, poiché la prima è spinta da un propulsore 4 cilindri turbo 1.750 cc da 240 CV, mentre la seconda ha un 8 cilindri a V 4.700 cc erogante 450 CV. Senza contare il fattore prezzo: 53.000 € chiavi in mano la 4C, a fronte di circa 160.000 € della “sorella maggiore” all’epoca della produzione (dal 2007 al 2010). Eppure i due modelli, nonostante il divario di potenza, cilindrata e prezzo hanno diversi aspetti comparabili, se non addirittura comuni. Non resta che leggere questo confronto per scoprirli.

  Impostazione tecnica – Dal canto suo la 4C ha un propulsore 4 cilindri di 1.742 cc, situato in posizione centrale trasversale, con iniezione diretta di benzina e sovralimentazione mediante turbocompressore. La potenza massima è di 240 CV a 6.000 giri/min., mentre il picco di coppia pari a 350 Nm viene espresso da 2.200 a 4.250 giri/min. La trazione è posteriore e il cambio è a doppia frizione. Per quanto concerne il telaio, esso è in fibra di carbonio e, assieme alla carrozzeria in SMC, rappresenta il segreto principale di un rapporto peso/potenza inferiore a 4 kg/CV( i 240 CV devono spingere appena 895 kg a vuoto). Infine, le sospensioni prevedono il layout a doppi triangoli sovrapposti anteriormente e McPherson posteriormente. Passando a trattare della 8C Competizione, come anticipato poc’anzi il suo motore è un V8 di 4.691 cc aspirato, prodotto dalla Ferrari su specifiche Alfa Romeo, erogante 450 CV a 7.000 giri/min. e 470 Nm di coppia massima a 4.750 giri/min.. Tale propulsore è anteriore longitudinale, mentre la trasmissione prevede il cambio robotizzato a 6 marce in blocco al retrotreno, secondo lo schema Transaxle, associato alla trazione posteriore. Il telaio per parte sua è in acciaio; in questo caso la fibra di carbonio riguarda la carrozzeria. Quanto alle sospensioni, lo schema è a quadrilateri deformabili su entrambi gli assali.

  Prestazioni Nello scatto da fermo le due supercar Alfa Romeo fanno segnare dati perfettamente comparabili. La 4C accelera, infatti, da 0 a 100 km/h in 4”5/10 a fronte dei 4”2/10 occorrenti alla 8C Competizione. Risulta vantaggioso il rapporto peso/potenza inferiore a 4 kg/CV, che permette alla 4C di tenere testa inizialmente alla “sorella maggiore”. Quanto alla velocità massima non c’è storia: 258 km/h la 4C e oltre 290 km/h la 8C Competizione.

  Si aprono le danze – Ora è giunto il momento di scoprire come si comportano in pista queste supercar Alfa, a cominciare dalla 4C. Cintura allacciata, un giro di chiave e il 1.750 Turbo prende vita in un rombo rauco e persino esagerato (il “nostro” esemplare ha lo scarico sportivo opzionale). Dopo aver settato il sistema Alfa DNA in Dynamic, ci immettiamo nel circuito scoprendo una certa pesantezza dello sterzo. Il perché è presto detto: al fine di garantire il miglior feeling possibile, nonché dare un contributo alla riduzione dei pesi, si è fatto a meno del servocomando. Una volta finito il “giro di riscaldamento” affondiamo completamente l’acceleratore; la spinta del 1750 Alfa è piena e vigorosa ad ogni regime, peccato che si arrivi sin troppo presto a 6.500 giri/min. (soglia d’intervento del limitatore). Il cambio Alfa TCT a doppia frizione è velocissimo nel salire di rapporto, come testimonia il tempo di 130 millisecondi, nonché piuttosto celere nelle scalate accompagnate dalla doppietta automatica. L’unico appunto riguarda i paddle di azionamento che ruotano insieme al volante, anziché essere fissi al piantone.

  Gripok – Qualcuno ritiene che la 4C sia sottosterzante; niente di più sbagliato. Dopo aver staccato a 50 metri da una curva impegnativa a destra, infatti, scopriamo come la sportiva compatta Alfa giunga neutra al centro curva e accenni al sovrasterzo di potenza in uscita, in seguito inibito discretamente dall’elettronica di controllo. Elettronica escludibile completamente (a eccezione dell’ABS, naturalmente), consentendo di esibirsi pienamente in lunghe derapate di potenza (in pista, of course). Lo sterzo asseconda bene le manovre impegnative del pilota, anche se tende a “copiare” ogni minima variazione dell’asfalto. Al riguardo, in un lungo curvone a sinistra affrontato in pieno abbiamo dovuto effettuare continue piccole correzioni. Concludiamo il nostro giro in circuito affrontando una serie di curve e contro curve strette; l’agilità della 4C è a dir poco sorprendente e la 8C Competizione non riuscirebbe a reggerne il ritmo.

 Sinfonia d’autore – Salire a bordo della 8C Competizione dopo aver guidato alla 4C equivale a un “tuffo nel lusso”. Le finiture in pelle profuse a piene mani, il materiale morbido del cruscotto, la strumentazione esclusiva e i comandi del climatizzatore di provenienza Ferrari 612 Scaglietti rappresentano solo alcuni elementi a conferma di questa tesi. Una bella differenza rispetto all’abitacolo della 4C, essenziale all’inverosimile e con particolari discutibili di carryover come i comandi clima della Fiat 600, piuttosto che il devioluci e leva tergicristallo di provenienza Punto. Chiave inserita, contatto sul pulsante Start e il V8 “Made in Maranello” si scatena in un latrato unico, inconfondibile e (scusate se lo diciamo) molto più affascinante rispetto al rombo del 4 cilindri 1750.

  Anima granturismo – Fin dalle prime curve emerge come la 8C Competizione sia meno estrema rispetto alla 4C, dimostrandosi una velocissima e precisa granturismo che lascia spazio a un minimo di comfort. Quanto al comportamento dinamico, la distribuzione dei pesi tra i due assi pari a 49% anteriormente e 51% posteriormente favorisce la precisione in curva. A titolo di confronto, la 4C ha un rapporto di 40% anteriormente e 60% posteriormente (comunque molto buono per una vettura a motore centrale). Le differenze semmai sono nella taratura delle sospensioni, poiché se la 4C è “rigida come una tavola” e curva praticamente piatta, la 8C Competizione lascia spazio sia al rollio che al beccheggio. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma la sensazione è che nel delineare il comportamento della 8C si sia voluto non sfruttare fino in fondo il potenziale della vettura, probabilmente per non infastidire le Ferrari e Maserati dell’epoca.

 Allungo imperioso – In prima e seconda marcia la 8C Competizione farebbe fatica a “scrollarsi di dosso” la 4C, ma una volta inserita la terza per la “piccola” Alfa da 240 CV non ci sarebbe più storia. Il propulsore V8 4.7 è una furia ad ogni regime, è capace di allungare con vigore fino a 7.500 giri/min. (con un sound meraviglioso) e solamente inserita la sesta marcia il calo di spinta comincia a essere evidente. In altre parole, tale motore sposa in pieno la filosofia “non c’è nulla che sostituisca i centimetri cubi”, con buona pace del downsizing. Ma dobbiamo pur sempre considerare l’enorme differenza di prezzo tra queste due Alfa, a netto favore della 4C.

 Il cambio sembra il più veloce, però… –  Per quanto concerne il cambio, la 8C Competizione si affida a un sistema robotizzato a singola frizione, con comandi a paddle solidali al piantone, contro il dualclutch della 4C. Selezionando il programma più sportivo, il contraccolpo che si riceve nel salire di rapporto è talmente evidente da far pensare a una cambiata ancor più veloce rispetto alla 4C. In realtà non è così, poiché il sistema Q-Select della 8C Competizione svolge il passaggio di marcia completo in 175 millisecondi, contro i 130 occorrenti all’Alfa TCT. Quest’ultimo probabilmente è un po’ meno pronto in scalata, ma si tratta di sensazioni poiché non vi sono riscontri oggettivi in termini numerici.

 Sterzo vincente – Velocità massima e allungo a parte, dove la 8C Competizione prevale nettamente sulla 4C è in termini di sterzo. Il comando, infatti, oltre a essere preciso e diretto non necessita di continui aggiustamenti nei curvoni veloci. Inoltre, tale sterzo (servoassistito) asseconda perfettamente il pilota nei controsterzi e riallineamenti tipici delle derapate di potenza. Quanto all’agilità sul misto stretto, come volevasi dimostrare,la 8C non è all’altezza della “sorellina” 4C. In conclusione, queste due splendide vetture sono modi differenti d’interpretare la sportività Alfa Romeo: senza compromessi la 4C e con un occhio di riguardo al comfort la 8C Competizione. Certo è che la 4C presenta l’innegabile vantaggio di un prezzo relativamente contenuto, mentre la 8C Competizione ha ormai quotazioni altissime e in crescita essendo stata prodotta in soli 500 esemplari. Beato chi le ha tutte e due.

Gianmarco Barzan
17/01/2014 – 20:22

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