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Jaguar F-Type S – Rombo di tuono

  Impressioni di guida

 Caratterizzata da un motore V6 3.0 sovralimentato con compressore volumetrico, erogante 380 CV di potenza, la Jaguar F-Type S accelera da 0 a 100 km/h in 4”9/10 e raggiunge 275 km/h di velocità massima. A titolo di confronto, la F-Type V8 S da 495 CV (oggetto di un nostro test in aprile) ferma il cronometro rispettivamente a 4”3/10 e a 300 km/h. In altre parole non vi è una differenza abissale tra le due, quantomeno in termini di scatto da fermo. Senza contare che, come avremo modo di appurare, in alcuni frangenti la F-Type 3.0 V6 S è addirittura più divertente nella guida rispetto alla “sorella maggiore” V8. 

Dettagli evocativi – Esteticamente, la Jaguar F-Type S si differenzia dalla V8 principalmente per il doppio terminale di scarico al centro (in luogo dei due finali per lato), che richiama il sistema dell’indimenticata E-Type nata nel 1961. Il resto è tutto uguale; ritroviamo quindi il frontale con gruppi ottici a LED e il poderoso cofano a forma di conchiglia, le fiancate snelle con prese d’aria anteriori e la parte posteriore “muscolosa”. Quest’ultima trae ispirazione anch’essa dallo stile E-Type, sfoggiando al contempo elementi assai moderni come le luci a LED e l’estrattore d’aria. Estrattore che lavora in stretto contatto con l’alettone a estrazione automatica, contribuendo ad aumentare il carico aerodinamico di 120 kg a pieno beneficio della stabilità.

 Interni convenzionali – Se la linea esterna della F-Type “scalda il cuore” degli esteti, non altrettanto avviene per l’interno. D’accordo, i rivestimenti in raffinata pelle sono profusi a piene mani e la strumentazione appare scenografica, ma le levette del cambio arancioni sconfinano nel kitsch e i pomelli rotanti del climatizzatore sono un po’ poveri rispetto alle altre Jaguar. In compenso, il posto guida è molto basso (20 mm in meno nei confronti di quello della Jaguar XKR-S) come si confà a una vera sportiva.

 Cinture allacciate – Un tocco al pulsante Start (arancio anch’esso!) e il motore V6 3.0 da 380 CV prende vita in quella che oseremmo definire un “orchestra meccanica” ineguagliabile. Un sound amplificato dallo scarico attivo che, in piena accelerazione così come premendo un apposito tasto, schiude le valvole by pass “liberando fiumi di adrenalina”. E le emozioni si moltiplicano ulteriormente viaggiando open air, dopo aver fatto abbassare nell’apposito vano la raffinata capote in tela. Capote che, quando chiusa, nulla toglie alla bellezza della F-Type.

Spinta forte e costante – Utilizzando un gergo tecnico in uso ai collaudatori, il motore V6 da 380 CV ha molta “schiena” a tutti i regimi, rendendo impressionanti tanto le accelerazioni quanto le riprese. Ovviamente, in un’ipotetica sfida in pista, l’allungo della F-Type V8 è tra i top. Ma quest’ultima avrebbe il suo bel daffare nel distanziare adeguatamente la “sorella minore” nei 400 m con partenza da fermo. Inoltre, il possente motore V6 è coadiuvato dal cambio automatico a 8 rapporti, capace di effettuare velocissimi passaggi di marcia sia in salita di rapporto, che in scalata. La funzionalità manuale del cambio può essere gestita tramite la leva centrale, oppure con i minuscoli paddle dietro il volante (che piacciono poco). Tirando la leva si sale di rapporto, mentre spingendola si scala. E’ il layout allineato ai principi della fisica, con buona pace del PDK in uso alla concorrente Porsche Boxster che agisce al contrario. I paddle dal canto loro sono invece troppo piccoli; senza contare che girano assieme al volante (non perfetto come concetto) e potrebbero generare confusione nelle ampie rotazioni del volante stesso.

 Curve emozionanti – I percorsi ricchi di curve sono il frangente in cui la F-Type S V6 è più divertente rispetto alla potentissima V8. Innanzitutto gioca a favore il minor peso (1.597 kg contro i 1.665 della F-Type V8 S) che migliora ulteriormente la maneggevolezza. Inoltre, la guida al limite è più facile da gestire anche a controlli elettronici disinseriti. Certo, siamo sempre dinanzi a una vettura che scarica 380 CV sulle ruote posteriori, ma il sovrasterzo di potenza è contrastabile e poi, lasciatecelo dire, quel latrato possente del V6 sovralimentato vale “il prezzo del biglietto”.

Gianmarco Barzan

 

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