MotorAge New Generation

Porsche Cayman S PDK

 Impressioni di guida

 Le curve per il regno – La seconda generazione della Porsche Cayman presenta linee esterne ben marcate, con bordi e spigoli netti che sottolineano la silhouette piatta e allungata. La linea di spalla prende vita dal parafango con bombatura particolarmente pronunciata e culmina al fianco posteriore, comprendendo inoltre la sede del retrovisore esterno. Davanti la nuova Cayman si riconosce per i gruppi ottici ispirati a quelli delle Porsche 917 Sport Prototipo degli Anni 70, mentre posteriormente spicca l’inedito portellone con lo spoiler a fuoriuscita automatica, oltreché i gruppi ottici più snelli rispetto a prima. Infine, il terminale di scarico centrale è doppio sulla 3.4 S (la versione da noi testata) e singolo sulla variante 2.7. All’interno lo stile non è cambiato più di tanto e, a titolo d’esempio, figurano il tunnel alto di chiara ispirazione Panamera, il volante perfettamente verticale (lo Sport Design opzionale nel caso dell’esemplare in prova) e la classica strumentazione a indicatori circolari.

 Telaio nuovo – Rispetto alla prima generazione, la nuova Porsche Cayman presenta un aumento del passo di 60 mm per garantire più stabilità alle altissime velocità, le carreggiate ampliate al fine di migliorare la stabilità di guida e l’agilità in curva, nonché ruote dalle dimensioni maggiorate. Da parte sua il rinnovato sistema di regolazione attiva degli ammortizzatori PASM, optional, amplia ulteriormente la gamma degli assetti dinamici. Tutto questo viene assicurato da quattro sensori verticali aggiuntivi che consentono regolazioni migliori e più sofisticate. Infine, come prima il pilota può scegliere tra gli assetti “Normal” e “Sport” agendo sul tasto specifico PASM.

 Leggerezza e rigidità per l’alchimia – La carrozzeria della Cayman è stata interamente riprogettata, prendendo ampiamente spunto dall’ultima Boxster. Ciò significa l’adozione di un innovativo layout in costruzione leggera d’alluminio e acciaio, che ha permesso di ridurre il peso della scocca di circa 47 kg, mentre la massa complessiva è inferiore di 30 kg rispetto alla prima generazione. Anche la rigidezza torsionale statica risulta incrementata: +40%.

Motore che ama girare alto – “Cuore pulsante” della Porsche Cayman S è il 6 cilindri boxer di 3,4 litri, collocato in posizione centrale posteriore, erogante 325 CV a 7.400 giri/min.. Tra le peculiarità di questo propulsore figurano l’iniezione diretta di benzina, la fasatura variabile lato aspirazione e la commutazione dell’alzata valvole VarioCam Plus. Inoltre, le funzioni Start&Stop e veleggio e il termomanagement “intelligente” contribuiscono a contenere i consumi. Questi ultimi vedono una media di 8,0 litri/100 km nel ciclo NCPE, pari ad appena 188 g/km di CO2.

 Prestazioni molto alte – Con il cambio PDK a 7 rapporti e il Pacchetto Sport Chrono comprendente il launch control, entrambi presenti sull’esemplare provato, la Porsche Cayman S accelera da 0 a 100 km/h in 4”7/10. A titolo di confronto, la “sorella maggiore” Porsche 911 3.4 da 350 CV con trasmissione manuale ferma il cronometro a 4”8/10. Ovviamente negli allunghi per la Cayman “non c’è storia” rispetto alla 911, ma spesso e volentieri è lo scatto da fermo che conta maggiormente.

Guida e forti emozioni – Un giro di chiave, rigorosamente a sinistra come consuetudine Porsche, e il flat six si mette in moto nel suo rombo inconfondibile e leggermente più “gutturale” rispetto alla 911. Lasciamo la leva del cambio in Drive per pochi chilometri, poi utilizziamo esclusivamente la funzionalità manuale tramite la leva centrale, oppure i paddle dietro il volante Sport Design. I passaggi di marcia sono piuttosto veloci, ma purtroppo anche in manuale si incorre nella scalata automatica una volta affondato l’acceleratore. E dire che il 6 cilindri boxer Porsche ha molta “schiena” pure ai bassi regimi, tanto che reggerebbe benissimo riprese a tavoletta nelle marce alte senza kick down. In compenso la progressione del motore è entusiasmante, con una spinta impressionante dai 5.000 agli 8.000 giri/min., accompagnata dall’ “urlo” tipicamente Porsche. Il massimo del divertimento si raggiunge nelle rapide successioni di curve, dove la disposizione centrale del motore e il raffinato telaio si traducono in precisione assoluta.

 Al riguardo, il comportamento è neutro e i ridotti moti di cassa consentono di riaprire fortemente l’acceleratore in curva senza generare eccessivi trasferimenti di carico al posteriore. Quanto al sottosterzo questo compare unicamente in inserimento sbagliando la traiettoria, per poi dissiparsi senza dover alleggerire il carico acceleratore. Lo sterzo per parte sua è preciso e diretto, garantendo un feedback ottimale nonostante la servoassistenza sia elettrica e non più idraulica come in precedenza. In sostanza, la Porsche Cayman S mostra un comportamento in curva eccezionale e per certi aspetti assimilabile a quello della 911. Ma quest’ultima rimane inarrivabile, specie da quando è nata la 991 che ha “spostato ulteriormente in alto l’asticella”.

Gianmarco Barzan

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