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Museo Alfa Romeo: un tempo c’era

 Alla recente conferenza stampa di presentazione della 4C a Ginevra, si è sottolineata la tradizione dell’Alfa Romeo e il seguito di appassionati che il Marchio milanese ha in tutto il mondo, soprattutto a livello di club e di social network. Molti di questi appassionati, però, sono preoccupati dal fatto che il Museo Storico Alfa Romeo di Arese sia chiuso ormai da più di due anni, ufficialmente per lavori di manutenzione. Interventi che, stando a indiscrezioni provenienti da più parti, non sarebbero mai cominciati.

 Nel 2011 l’importante vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali – Sulla spinta dell’interesse del Comune di Arese, assieme all’appoggio di un nutrito gruppo di appassionati del Marchio, le palazzine del Centro Direzionale e del Museo Storico, la collezione di vetture e motori e il Centro Documentazione Storica Alfa Romeo hanno ottenuto il 31 gennaio 2011 la tutela da parte della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Una decina di giorni dopo aver conseguito questo importante vincolo, che mette al riparo da inopportuni trasferimenti di auto e documentazioni o vendite di questo presidio storico, la proprietà ha chiuso al pubblico il Museo ufficialmente al fine di svolgere i suddetti lavori di manutenzione. Inoltre, nell’aprile dello stesso 2011 sempre dalla Fiat è stato attuato un ricorso contro il vincolo, tutt’oggi pendente. Inutile dire che tanto la chiusura in fretta e furia del Museo quanto l’opposizione al vincolo abbiano lasciato l’amaro in bocca agli Alfisti; è sufficiente visitare siti internet e blog in tutto il mondo per trovarne conferma.

 E pensare che nel 2008… – Che il Museo Storico Alfa Romeo di Arese sia strategico per l’immagine del Marchio, la stessa proprietà ne è stata (e ci piace pensare che, malgrado tutto, ne sia ancora) consapevole. Al vernissage della MiTo avvenuto a Milano nel 2008, infatti, l’allora Amministratore Delegato di Alfa Romeo Automobiles Luca De Meo preannunciò un progetto di restauro e ampliamento della struttura di Arese, con tanto di creazione di iniziative collaterali legate al Marchio. Un progetto che, più o meno ufficialmente, venne denominato “Casa Alfa”. In fondo, anche BMW e Porsche (citando gli esempi più lampanti) mantengono e valorizzano i loro musei nei rispettivi luoghi d’origine a pieno beneficio dell’immagine. Purtroppo sappiamo com’è andata con “Casa Alfa”: la crisi mondiale e la partenza di De Meo alla volta del Gruppo Vag ne hanno decretato lettera morta.

 24 giugno 2010: una giornata memorabile al Museo – Il giorno del centenario dell’Alfa Romeo, ovvero il 24 giugno 2010, migliaia di Alfisti provenienti da tutto il mondo festeggiarono l’evento al Museo, apprezzandone la rarità e la bellezza delle vetture esposte. In quell’assolata giornata di inizio estate sembrava di essere tornati ai tempi della grande Alfa dei bei tempi andati, ma in molti la sensazione era di essere dinanzi al “canto del cigno”. Pochi mesi prima, infatti, furono chiusi gli ultimi reparti progettuali e sperimentali rimasti ad Arese, compreso il Centro Stile e si temeva che avvenisse lo stesso per il Museo.

 Scelte di coerenza – Sempre nel 2010 qualcuno a Torino prospettò un futuro di costruttore generalista per l’Alfa Romeo, ovvero un radicale cambiamento di rotta rispetto al brand premium sportivo di sempre. Una strada che si sarebbe dovuta attuare a suon di Giuliette bicilindriche a metano, carry over spinto e il motto “less is more”. A voler essere maligni il glorioso passato tecnico e sportivo poteva risultare addirittura imbarazzante, dinanzi a tali scelte molto più convenzionali. E la chiusura del Museo era facilmente interpretabile come la dimostrazione lampante di tutto questo. Oggi, complice la forte considerazione del Marchio milanese oltreoceano, parrebbe prospettarsi un futuro più in linea con la mission originaria dell’Alfa Romeo. In altre parole il brand del Biscione Visconteo dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, tornare a competere con realtà come BMW, proporre soluzioni tecniche esclusive e rientrare nelle competizioni. Il tutto ampliando una gamma oggi ridotta all’osso. Se, come la 4C lascia intendere, “l’Alfa tornerà a essere l’Alfa” allora vi sarà una speranza concreta di veder riaperto il Museo di Arese.

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