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Fiat e Chrysler diventeranno una cosa sola

 Questo l’obiettivo espresso da Sergio Marchionne al NAIAS

 Al Salone dell’Auto di Detroit, dove ha commentato i dati di bilancio del 2012 (verranno diffusi ufficialmente entro poche settimane), il numero uno di FIAT Group ha parlato dell’intenzione di acquistare dal fondo VEBA (che controlla il 41,5% di Chrysler e che appartiene al sindacato UAW composto da lavoratori dell’azienda) tutta la quota azionaria rimanente (il Lingotto, attualmente, detiene il 58,1% del Gruppo americano).

 Marchionne ha detto: “Veba non resterà azionista di Chrysler a lungo e non dovrebbe rimanerlo, ma loro devono fare il loro lavoro e vogliono monetizzare”. Fiat e Chrysler, secondo Marchionne, “Saranno un’unica entità ma non so dire dove, come e quando. Saranno fusi in un’unica organizzazione che gestirà il settore auto, dobbiamo studiare il modo più intelligente per portare a termine questa operazione. Se fosse dipeso da me lo avrei fatto prima di Natale. L’obiettivo è quello di creare una sola azienda che produce vetture in tutto il mondo”.

 Spiegando che l’Ipo (dall’inglese Initial Public Offering, è un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta in Borsa) di Chrysler è tecnicamente fattibile in nove mesi, Marchionne ha precisato che questo potrà avvenire, però, solo dopo che il management avrà trovato un accordo con i sindacati sul prezzo. Infatti il manager italo canadese ha aggiunto che “occorre trovare un benchmark. Dobbiamo trovare una soluzione. Il processo è in evoluzione”.

 Due anni di cassa integrazione per Melfi – All’indomani dell’ottimistica conferenza stampa tenuta nello stabilimento di Melfi (Potenza) nel quale dovrebbe essere investito 1 miliardo di euro per la creazione di due nuovi modelli, Sergio Marchionne ha richiesto due anni di cassa integrazione (fino al 31 dicembre 2014).

 Il blocco dei lavori allo stabilimento (a rotazione, con un meccanismo che coinvolgerà tutti i dipendenti), ha precisato il Lingotto in una nota, si renderà necessario “per poter realizzare fisicamente gli investimenti per circa un miliardo di euro previsti per lo stabilimento Sata. Saranno necessari importanti interventi sui fabbricati e sugli impianti”.

 Fiom-Cgil esprime “forte preoccupazione perché a oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento”.

 L’AD del Gruppo FIAT, sempre al NAIAS 2013, ha assicurato che in Italia non verranno chiusi impianti, sottolineando come i recenti tagli effettuati nello stabilimento in Polonia hanno permesso di proteggere i lavoratori degli impianti italiani.

 “In Italia abbiamo molti problemi – ha detto Marchionne – ma non chiuderemo impianti, come dimostra l’investimento che abbiamo annunciato a Melfi. Stiamo installando le nuove linee per fare le nuove vetture. Continueremo a produrre la Punto. Non capisco qual è il problema. Si tratta di una richiesta standard, una procedura normale, che viene fatta per coprire i lavoratori impattati dall’installazione di nuove linee”.

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