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FIAT: Marchionne ci ri-prova con OPEL?

Sono note le grandi difficoltà di Opel. Il marchio tedesco, appartenente al Gruppo General Motors, quest’anno prevede di vendere 200.000 auto in meno rispetto allo scorso anno. I bilanci, inoltre, sono gravati da una perdita di oltre 500 milioni di euro subita nei primi sei mesi del 2012 (contro gli oltre 660 del Gruppo PSA e i 354 del Gruppo FIAT).

 In questo pesante scenario per il marchio americo-tedesco, FIAT starebbe preparando una proposta per una nuova alleanza. Sergio Marchionne ci provò una prima volta nel 2009 ma all’epoca il Primo Ministro Angela Merkel pose un “no” incondizionato. Considerate le difficili condizioni di mercato, Marchionne potrebbe addirittura puntare ad acquisire Opel “a costo zero” con un debito liquefatto nel tempo, analogamente a quanto accadde con Chrysler.

 Quindi, anche di fronte alla crisi dei marchi del Gruppo, il numero uno del Lingotto potrebbe presto tornare alla carica. Del resto, Marchionne ha sempre affermato che in Europa il “consolidamento” del settore sarà prima o poi inevitabile. In quest’ottica, il manager sta insistentemente cercando un socio. Ciò anche alla luce della recente decisione di “congelare” il progetto Fiat Punto almeno fino al 2014. Così infatti dichiarò lo scorso gennaio a Detroit: “Un investimento per unauto come la Punto, oggi come oggi, non si ripagherebbe”.

 Gli ostacoli – Poco prima del salone di Ginevra dello scorso marzo, General Motors e PSA (Peugeot – Citroen) hanno annunciato un’alleanza, che si è definita, successivamente, con l’acquisto del 7% di Peugeot da parte di GM.

 Cosa deriverà da questo accordo e quali sinergie ne nasceranno non è ancora chiaro. Entro un paio di settimane, dovrebbero avvenire i primi colloqui per definire i dettagli dell’accordo ma, nel frattempo, GM ha svalutato la quota rispetto al prezzo d’acquisto. Ciò significa che l’accordo potrebbe essere rinegoziato, fino a saltare. E questo aprirebbe la strada a Marchionne.

 Tuttavia, se il boss di FIAT Group la spuntasse con Opel (ma General Motors dovrebbe “rinunciare” a risanare l’azienda tedesca) si porrebbero dei gravi problemi di produttività: almeno un paio di stabilimenti OPEL sarebbero di troppo.

 In secondo luogo, se Fiat si alleasse con Opel, General Motors si troverebbe a rafforzare Chrysler.

 I vantaggi – Del resto, Opel consentirebbe a FIAT di risparmiare sulla progettazione e l’industrializzazione di modelli di piccola cilindrata (cosa attualmente difficoltosa nell’ambito dell’alleanza con Chrysler).

 Caro Marchionne, a che gioco giochiamo? – FIAT sprofonda nelle sabbie mobili, i marchi del Gruppo continuano a perdere quote di mercato (si salva Ferrari ma è noto che l’azienda di Maranello guadagna soprattutto grazie al merchandising) e se per Maserati c’è un minimo di strategia, almeno apparente (arriveranno la Nuova Quattroporte, la baby Quattroporte, indegnamente chiamata Ghibli, e il SUV Levante) per Lancia e Alfa Romeo la condanna è una gamma asfittica e priva di appeal (sintomatico, tuttavia, che allo stand Ferrari al Salone di Parigi, Luca di Montezemolo e Ferdinand Piech siano stati fotografati insieme a “chiaccherare”).

 Dai recenti colloqui, che hanno opposto Marchionne – Elkann da un lato e MontiPassera dall’altro, non sembrano essere uscite informazioni convincenti, al di là di diplomatiche dichiarazioni di circostanza (“Fiat rimarrà in Italia” – “la Fiat sta benissimo”…) che disegnano uno scenario dai contorni molto poco definiti.

 C’è l’evidenza dei fatti: il calo di gradimento dei modelli FIAT in tutta Europa, la pressoché totale assenza di nuovi prodotti al Salone di Parigi (e, inversamente, la copiosa presenza dei marchi concorrenti, tedeschi in prima linea, con nuovi modelli), ecco ritrovare la spada di Damocle della cassa integrazione negli stabilimenti italiani e per il personale amministrativo del Lingotto.

 Per non dire delle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ha recentemente definito Marchionne “poco chiaro” rinfacciandogli la mancata restituzione di 70 milioni di euro ricevuti negli ultimi anni dallo Stato per produrre risultati nell’ambito della ricerca.

 Ha risposto seccamente Marchionne: “I lavori di cui il ministro Clini chiede i risultati li abbiamo fatti e abbiamo concluso che non avremmo raggiunto risultati economici e finanziari validi. Il discorso del ministro è parziale, alcune sue dichiarazioni poco generose verso Fiat. Dimentica che abbiamo il più basso livello di emissioni di Co2. Le scelte vanno fatte al momento giusto, non quando dice il ministro”.

 Le preoccupazioni di Passera – Il poco chiaro atteggiamento di Marchionne (che sembra negare l’evidenza dei fatti) ha scatenato anche il Ministro Passera che, pur riconoscendo che il Governo non ha poteri nei confronti di un’azienda privata, sarebbe molto preoccupato della situazione di Fiat e la starebbe seguendo con molta attenzione.

 Secondo alcune voci, Passera, a causa delle risposte “troppo generiche” da parte di Marchionne durante l’ultimo incontro avvenuto pochi giorni fa, starebbe pensando di scrivere una lettera e di richiedere al numero uno di Fiat un atteggiamento più costruttivo e una maggiore trasparenza in termini di investimenti futuri e cassa integrazione.

Alvise Seno
08/10/2012 – 18:20

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