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Gruppo PSA: in Francia 8.000 lavoratori a casa

 Il Gruppo PSA (Peugeot-Citroen) annuncia per la Francia tagli pesanti contro la crisi del mercato dell’automobile. Per ovviare al drastico calo delle vendite degli ultimi mesi, verranno tagliati 8.000 posti di lavoro e verrà chiuso uno stabilimento. La notizia, naturalmente, sta creando fortissime tensioni nel Paese, tranne in Borsa, dove il mercato ha accolto con favore l’iniziativa.

 Lo storico stabilimento di Aulnay, alle porte di Parigi, dove attualmente si assemblano le Citroen C3, verrà chiuso causando il licenziamento di oltre 3.000 persone (dei quali però circa la metà saranno riconvertiti in un altro stabilimento nellarea parigina, per chi potrà accettare).
A questi si aggiungeranno altri 1.400 licenziamenti previsti allo stabilimento di Rennes. A questi si aggiungeranno ulteriori tagli, pari a 3.600 dipendenti, all’interno del Gruppo.

 Il gruppo soffre attualmente di un eccesso di capacità produttiva: ciò significa che si produce più di quanto si riesca a vendere. La ragione è da ricercarsi nel forte calo di vendite in mercati molto in crisi (Italia, Francia, Spagna). Va anche considerato che la recente firma di un accordo con il Gruppo General Motors porterà alla produzione di nuovi modelli su piattaforme condivise in impianti già esistenti.

 Nell’annunciare queste drastiche misure, il Presidente del Gruppo PSA Philippe Varin ha dichiarato che è una strategia necessaria per cercare di tornare al break-even. Nei primi sei mesi del 2012 il Gruppo ha riportato perdite per oltre 700 milioni di Euro. Secondo i piani, l’attuale strategia dovrebbe consentire di tornare in attivo, ma non prima del 2014.

 Sconcerto in Francia (dove dall’inizio del 1992 non si assisteva alla chiusura di uno stabilimento automobilistico) a tutti i livelli. Il Primo Ministro Jean-Marc Ayrault parla di “un vero choc per tutti i dipendenti del gruppo”. E prova quindi a gettare acqua sul fuoco: “il Gruppo si è chiaramente impegnato per trovare una soluzione per il lavoro di ogni dipendente. Il governo verificherà con attenzione la realizzazione di questo impegno e sarà vigile affinché le soluzioni proposte siano credibili e perenni”. Per i sindacati questa è “una vera dichiarazione di guerra”.

Alvise Seno
13/07/2012 – 11:35

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