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Lamborghini Urus: Aventador a ruote alte

 Non porterebbe il marchio del Toro sul cofano se non stupisse, non meravigliasse e il suo nome Urus  non fosse un chiaro rimando a una razza di tori dal temperamento aggressivo.

 Un nome una storia

Il nome Urus deriva infatti, da “Uro” una sorta di bovino primordiale dalle dimensioni imponenti; nome ben azzeccato. Parliamo infatti del nuovo SUV Lamborghini, il primo modello della Casa del Toro utilizzabile come auto per famiglia con spazio per quattro persone e relativi bagagli, un sogno per tutti i papà! Un posizionamento che a detta del costruttore consentirebbe, quindi, di allargare il bacino dei potenziali clienti del marchio.

La Estoque nel DNA – Toglietevi dalla testa il mitico LM 002 del 1986 (il primo fuoristrada Lamborghini) e pensate a qualcosa di completamente diverso. A un primo sguardo la somiglianza con la mai nata Estoque (berlina simil Porsche Panamera per capirci) c’è e si nota in tanti dettagli, riproponendo uno stile fatto di linee tese e muscolose e una bella dose di spigoli disseminati per tutta la carrozzeria.

Dimensioni imponenti

E’ cosi che i tecnici Lamborghini sono riusciti nel tentativo di mascherare dimensioni quasi proibitive per un contesto urbano. Si parla di 5 metri di lunghezza per due di larghezza con un’altezza minima da terra di 16,6 centimetri che la rendono molto più vicina ad una Aventador nelle proporzioni che ad un SUV classico con il padiglione dall’andamento particolarmente spiovente che crea l’eccentrico aspetto di SUV/Coupé che fa tendenza oggi. Ma poi, quando serve, ecco poter entrare in gioco la regolazione delle sospensioni, per un discreto guadagno in fatto di doti di assorbimento e di spazio dal suolo.

A sottolineare la sportività del SUV di Sant’Agata Bolognese ci pensano poi 4 enormi cerchi da 24” con disegno a doppia razza di colore opaco. Insieme alle alette in carbonio per il raffreddamento dei dischi in puro stile Reventon ed estrattore posteriore con 4 scarichi in bella vista dal design pentagonale. Sotto al cofano scalpita o meglio dovrebbe scalpitare un propulsore da circa 600 CV di cui non vengono però specificati cilindrata e frazionamento. Si tratterà quasi certamente dell’ultima evoluzione del V10 5.2 installato sulla Gallardo. Probabilmente  troverà posto anche sotto il cofano della nuova coupè entry-level della casa del Toro, la Cabrera.

Inutile ricordare la trazione integrale permanente, fiore all’occhiello Lamborghini che per la Urus prevederà diversi settaggi e blocco dei vari differenziali. Nonostante la cattiveria nelle prestazioni e nell’aspetto, i tecnici Lamborghini si sono concentrati parecchio sul contenimento dei pesi e delle emissioni. A quanto pare la vettura “dovrà segnare il valore più basso di CO2 rispetto ai SUV concorrenti di riferimento”. Staremo a vedere, ma il dato ci sembra alquanto insignificante agli occhi del cliente tipo che di certo non la sceglierà per questo; meglio una Prius.

Gli interni: un altro capolavoro

“Gli interni sono stati concepiti all’insegna del comfort  per guidatore e passeggeri grazie a quattro sedili avvolgenti”. Questo è quanto afferma Stephan Winkelmann, Presidente Lamborghini. Una premessa che sembra apparentemente collidere con la tradizione del Marchio, fatta di prestazioni estreme talvolta anche a scapito della comodità.

Tuttavia il DNA da supersportiva multiruolo della Urus è sottolineato all’interno da una costruzione interamente realizzata in compositi di fibra di carbonio. Oltre che da una plancia essenziale ma completa di tutte le informazioni pratiche e tecniche che vengono visualizzate su schermi TFT. L’abbiamo vista allo scorso Salone di Pechino, presto, forse anche prima di quanto potremmo aspettarci, la vedremo sulle nostre strade.

La Casa emiliana conferma indirettamente la quasi certa messa in produzione rimarcando il fatto che il segmento SUV di lusso è in grande crescita su scala mondiale. “Intelligenti pauca” direbbero i latini ovvero, a buon intenditor…

Marco Rocca

 

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