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MV Agusta Brutale 920

 Più “abbordabile”, ma sempre cattiva. In attesa di vedere la nuova Brutale 675, che la MV Agusta svelerà in anteprima mondiale all’Eicma di Milano (8-13 novembre), parliamo della 920, che da quest’anno ha affiancato a listino le potenti 990R e 1090RR, forte di un prezzo (finalmente) più in linea con quello delle concorrenti.

 Esteticamente, la Brutale è sempre stata una delle naked più affascinanti e ambite sul mercato. Forte di una ciclistica raffinata e di un motore molto potente, aveva un solo aspetto che scoraggiava i potenziali acquirenti: il prezzo. Si partiva dai 15.590 euro della 990R per arrivare ai ben 18.700 euro della 1090RR. Per far fronte a questo gap, che la sfavoriva nelle vendite soprattutto rispetto alle rivali giapponesi, la MV Agusta ha pensato di realizzare una sorella di 921 cc, un po’ più povera nella componentistica, ma comunque molto agile e potente, che costa “solo” 11.900 euro. Vediamola nel dettaglio.

 Caratteristiche – A livello di design cambia poco se confrontata con 990 e 1090. Gli indicatori di direzione non sono più integrati negli specchietti, ma sono stati collocati davanti, ai lati del faro, che è meno pregiato rispetto al precedente ma più leggero di 1,7 kg. Invariato il telaio a traliccio, con l’acciaio al posto del raffinato cromo Molibdeno, mentre le saldature sono tradizionali e non più al Tig. Sulla Brutale 920 mancano anche ammortizzatore di sterzo e canotto regolabile: differenze, comunque, che difficilmente si notano in sella, a meno di non avere aspirazioni da piloti di Superbike, decisi a limare il millesimo sul giro. Le pedane e le leve di cambio e freno posteriore non sono più regolabili e i cerchi sono in lega di alluminio ma non forgiati. Il pneumatico dietro, infine, si riduce da 190 a 180/55. Misure identiche, invece, per interasse di 1.430 mm, altezza della sella di 825 mm e avancorsa di 103,5 mm, così come non sono hanno subito modifiche la forcella Marzocchi da 50 mm e l’ammortizzatore posteriore Sachs, entrambi pluriregolabili. Un po’ meno estrema rispetto alle sorelle maggiori, la 920 offre una taratura standard delle sospensioni meno sportiva e una sella unita, più confortevole anche per l’eventuale passeggero.

 Motore – Al propulsore di 921cc raffreddato a liquido è stato ridotto l’alesaggio, mantenendo però invariate la corsa, la distribuzione bialbero e le quattro valvole per cilindro. Prestazioni al top grazie ai suoi 129 CV a 10.500 giri con 95 Nm di coppia a 8.100 giri, e al peso contenuto in soli 190 kg a secco. Non mancano, inoltre, il controllo di trazione, che si può impostare su 8 livelli d’intervento e la possibilità di scegliere tra due differenti mappature (normale o sport), mentre si è scelto di non montare più la frizione antisaltellamento. L’impianto frenante ha abbandonato le pinze monoblocco per due radiali a 4 pistoncini all’anteriore, con dischi da 310 mm, e un disco da 210 mm dietro, con una pinza a 4 pistoncini contrapposti. Il serbatoio, infine, è di 23 litri.

 Concorrenti – Il prezzo della Brutale 920 è solo di poco più alto rispetto alle rivali che, va detto, non hanno però la stessa dotazione dell’italiana: mancano, per esempio, la possibilità di scegliere le mappature e il controllo di trazione. La più potente di tutte resta, con i suoi 150 CV, la Yamaha FZ1, che costa 10.890 euro, seguita dalla Z1000, da 138 CV per 10.990 euro. Poco sotto (135 CV), troviamo la Triumph Speed Triple, che arriva a sfiorare il prezzo della “Brutalina” con 11.495 euro. Chiudiamo con la sempre equilibratissima Honda, che offre la sua CB 1000 R da 125 CV a 10.650 euro.

André Rossi
19/10/2011 – 11:22

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