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LOW-COST E IL TRIANGOLO BARACCO – Intw

INTERVISTA con Andrea Baracco. Il futuro del mercato auto parla low-cost? Stuzzichiamo in questa intervista con Andrea Baracco, Direttore Immagine e Comunicazione del Gruppo Renault, tra gli artefici del cammino del brand Dacia, e sostenitore della filosofia del “quality low-cost”. Che risponde a unalchimia industriale a tre lati.

 Come capita agli argomenti “di tendenza”, economici e di mercato auto inclusi, il termine low-cost è quasi allordine del giorno, ormai inflazionato come i vari crossover, premium o ecocompatibile. Rappresentanti del tutto e del niente. Mettiamo quindi questo low-cost nella lente di ingrandimento. Tappa di analisi con Andrea Baracco, traino di unideologia che comincia a fare ordine nelle differenze.

  Recenti Studi (Findomestic e Università scienze statistiche) rilevano lenorme crescita del mercato low-cost, (nel 2009 +150%), e prevedono nellimmediato un ulteriore incremento. Una medicina per aiutare la guarigione dei conti del mercato auto? Il low-cost sarà protagonista del futuro?

  R: la crescita è indubbia, e la progressione per quanto ci riguarda è evidente. È però difficile fare pronostici esatti, anche perchè dovremmo prima chiarire il concetto di auto low-cost.

  Teoricamente è quella che ti fa risparmiare, il fulcro del commercio globale. Anche se pare che lo status di auto low-cost secondo Voi debba rispondere a unequazione precisa.

  R: assolutamente, e voglio essere chiaro in questo. Non dico che non ci siano esempi di veicoli a basso costo o economicamente competitivi, ma ci tengo a ribadire che in realtà Dacia è ad oggi lunico marchio che aderisce pienamente alla formula low-cost; mi spiego meglio. Unauto low-cost non è semplicemente un modello che costa poco, ma un prodotto che offre il miglior risultato in quel “triangolo” rappresentato dal rapporto qualità-prezzo-classe merceologica.

 In sostanza, significa livello costruttivo e tecnologia dagli standard elevati, insieme a prezzi di listino di una categoria inferiore rispetto a quelle che sono le caratteristiche funzionali e di abitabilità del veicolo. Il lavoro portato avanti dal Gruppo Renault con il marchio Dacia segue questa formula. Se riesci a offrire lefficienza di utilizzo di un veicolo di classe media al prezzo di uno di classe inferiore, senza penalizzare nulla nel valore costruttivo, sei riuscito realmente a ottenere un prodotto low-cost. Assemblare solo per arrivare a un basso costo, è unaltra cosa.

  Questa alchimia del low-cost di qualità vuole dunque essere anche una differenziazione rispetto allattacco Cina?

  R: non voglio discutere gli sforzi produttivi di nessuno. È in senso generale un richiamo allattenzione del cliente sui contenuti progettuali, anche nelle logiche importanti del risparmio. Da parte di Dacia non si persegue il risparmio a tutti i costi, ma il risparmio intelligente.

  Per perseguire questo obbiettivo quali logiche vengono seguite? Bisognerà pur rinunciare a qualcosa.

  R: lo abbiamo dimostrato con Sandero e Logan, proposta anche in versione wagon 7 posti; ora il nuovo Duster rende lesempio emblematico. Primo: ricerca di sinergia e di ottimizzazione dei costi produttivi. Il fatto di aver costruito la gamma puntando su due scelte di motore ha già permesso una razionalizzazione nella produzione. Però quando si apre il cofano, si vede un propulsore di nuova generazione marchiato Renault. Poi parlerei non tanto di rinunce, quanto di utilizzo degli equipaggiamenti in unottica più concreta. Ad esempio, gli alzacristalli non prevedono automatismi nella chiusura, il navigatore installato in plancia non è previsto, come non ci sono alcuni gadget o sistemi a sensori e telecamere di ultima generazione, che rientrano invece nel mondo Renault. Su Dacia Duster la dotazione è rivolta ai servizi più pratici e funzionali.

  Per Duster avete messo in campo una campagna mediatica non da poco, massiccia e costante, più variegata che mai nellevoluzione di Dacia.

  R: era importante far passare il messaggio di quello che è il progetto Duster, la reale polivalenza, il livello costruttivo, e le attenzioni rivolte allo stile, distintivo e molto moderno senza essere “ingombrante”.

  Unoperazione come questa significa credere molto nelle potenzialità commerciali di un SUV.

  R: certamente. Le tre lettere acronimo di sport-utility vehicle hanno sempre poteri magici: dicono robustezza, sicurezza, libertà e attualità. Il potere sul mercato è sempre notevole, magari ritoccando anche alcuni parametri, come abbiamo fatto con Duster.

  Ovvero?

  R: Tornare a puntare più sui contenuti costruttivi, con unimmagine accattivante ma anche di sostanza, fruibile e funzionale anche nelle dimensioni.

  Il poter contare su trasmissione 4wd e cinematismi Nissan si immagina sia stato fondamentale per il via libera al Duster.

  R: La partnership tra grandi aziende è fondamentale per lefficienza produttiva, specie se le rispettive tecnologie combaciano senza forzature (in effetti, nostra nota, sappiamo che non sempre è così). Nel nostro caso le combinazioni si sono realizzate in modo molto naturale ed efficiente.

  Come e quanto si recepisce il concetto di auto low-cost sui vari mercati? LItalia, in questo senso, è matura?

  R: Per quanto riguarda Dacia, si ritiene che i mercati emergenti siano portati già in modo naturale a rispondere su prodotti che valorizzano il rapporto contenuti-prezzo. Quanto ai mercati consolidati come quelli dellEuropa occidentale, si è sviluppata una crescente sensibilità verso il concetto low-cost di qualità. Come Francia, Grecia, Germania, Spagna, anche lItalia è maturata nel senso di responsabilità.

  Come qualcuno cerca di interpretarlo, ha senso un low-cost di classe alta, o addirittura premium?

  R: a mio parere no. Sembra un contrasto. Snatura il concetto stesso. Inoltre diventa più complicato non penalizzare la qualità della componentistica.

  Ecologia e low-cost. In futuro, Dacia potrebbe entrare nel programma di innovazione Renault Z.E. zero emission?

  R: anche questo lo vedrei poco naturale. Poco probabile almeno nel breve-medio termine. Il programma di mobilità di nuova generazione Z.E. è un “cambio di passo” che richiede tecnologie e impianti sofisticati. Deve portato avanti Renault, almeno fino a quando non diverrà dato di fatto, missione compiuta e quindi più condivisibile e sfruttabile in un più ampio spettro. A ciascuno il suo. Il ruolo di Dacia oggi è quello su cui ci stiamo impegnando: ottenere reale competitività nel fatidico triangolo qualità-prezzo-classe di prodotto.

 Avremo occasione di tornare sul discorso in uno dei prossimi Test di MotorAge.

Duster al torchio nel pavese. Articolo

Duster Articolo presentazione, test in Marocco e gamma. 

 

Fabrizio Romano
26/07/2010 – 11:38

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