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BERTONE BOREA: flusso ghiacciato

   Nome e stile mitologici per il grande ritorno del carrozziere-stilista

   Dopo avere visto sketch e bozzetti, finalmente possiamo ammirare l’opera reale che Bertone ha preparato per il Salone di Ginevra 2010, ideale celebrazione dei centenario Alfa Romeo e gradito segnale di ritorno sulla scena internazionale della Carrozzeria Bertone.

   Come ha sottolineato il presidente, Lilli Bertone: “Torniamo a Ginevra con una prima mondiale dopo una parentesi di due anni, durante i quali siamo stati impegnati in una profonda operazione di ristrutturazione aziendale. Ora, dopo la cessione alla Fiat Auto del ramo industriale, ovvero degli impianti produttivi di Grugliasco, e quindi la salvezza di tutti i dipendenti, abbiamo riacquistato pieno possesso del marchio che fu disegnato da Nuccio in persona”. 

  PANORAMA GLOBALE – Si tratta di un concept di coupé 2+2 sviluppata sul pianale della 8C Competizione, co il relativo otto cilindri a V da 4,2 litri e 440 CV. Sui tralicci della super Alfa, è stata innalzata una scultura di sportiva modernissima, contraddistinta da tagli e pieghe che evidenziano una notevole bravura.

  L’emblema stilistico è la vetratura che scorre lungo i fianchi dell’abitacolo senza interruzione, per una visuale panoramica finora inedita. Anche perché mantenere la rigidità torsionale voluta con un design simile richiede una sapienza nell’uso di materiali all’avanguardia, nella combinazione di alluminio e leghe di carbonio particolarmente raffinata. Una risposta lodevole al prototipo di Pininfarina, al debutto a Ginevra e anch’esso su basi Alfa Romeo.

  Questa sportiva di Bertone, è la prima vettura firmata da Mike Robinson nel suo nuovo ruolo di Direttore dello Stile del Brand (che compierà il suo primo secolo nel 2012). Il nome che è stato dato a questo concept è Borea.

  FREDDO DEL NORD – Per curiosità, ricordiamo che Borea, nella mitologia, è la personificazione del gelido vento settentrionale, del soffio freddo del nord, ha il corpo che termina in un serpente ed abita sul Monte Emo in una caverna dai sette meandri. In tali gallerie che si estenderebbe dai poli terrestri, vivrebbero creature ad uno stadio evolutivo superiore a quello dell’homo sapiens.

  Se si vuole avere un’idea di caverne e cunicoli, ma anche di tecnologia e studio dei flussi aerodinamici, basta dare uno sguardo ai dettagli della linea, in particolare il posteriore, che in questo senso è un puro esercizio d’arte, ma anche la parte che dovrà essere obbligatoriamente rimodellata per pensare a un livello produttivo delle Alfa coupé della prossima generazione.

Fabrizio Romano
13/02/2010 – 18:37

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