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Land Rover Range Rover Sport Supercharged – Nervi come elastici e muscoli palestrati

Con la baldanza di 390 CV sovralimentati, è l’espressione massima del Range più alla moda, rappresentazione estrema della scritta Sport che porta nel nome. Una personalità resa ancor più speciale dal fatto che insieme alle “prestazioni bomba anti-Cayenne”, sa tenere alta la bandiera della motricità Land Rover.

Premessa basilare: il Range Rover Sport non è un’evoluzione rimaneggiata di “sua maestà” Range, e nemmeno gli fa il verso per filosofia. Ne ricalca le sembianze generali, ma il progetto (il quinto della gamma Land Rover) lo hanno pensato per frequentare nuovi lidi del mercato, quelli dove l’acronimo di sport-utility vede effettivamente combinare le qualità da tuttoterreno a delle dosi massicce ed evidenti di sportivo dinamismo. È quello che ha fatto Matthew Taylor, Managing Director della Casa di Solihull, che dal nucleo concettuale del prototipo Stormer ha dato forma alla grinta, reinterpretata con i valori Land Rover. Sottopelle, semmai. c’è molto delle attrezzature prelibate del Discovery 3, compreso quel sistema Terrain Response che rappresenta oggi uno dei più straordinari artifizi di gestione combinata di trasmissione e assetto. Chi si è occupato dell’aspetto tecnico, si è sbizzarrito parecchio anche sotto il cofano; il massimo esempio ne è questa versione Supercharged. Forse la meno “funzionale” della gamma, ma senza dubbio la più vitaminizzata, se non altro perché il suo compito principe è di intrigare, stupire, entusiasmare. A caratterizzare tale Range Sport è un motore stratosferico, un 8 cilindri a V di 4,2 litri sovralimentato, derivazione del V8 Jaguar (che lo volle per la XKR), capace di elargire agli incontentabili la bellezza di 390 CV di potenza, con coppia massima che oltrepassa i 56 chilogrammetri. Come il Range nobile, ricrea l’effetto tetto “sospeso” impostato dai montati scuri, nonché il cofano a conchiglia che segue la linea di cintura. Il taglio degli archi passaruota, l’nclinazione del parabrezza e il tetto anch’esso inclinato come si fa coi coupé, nonché lo spoilerino che fa da visiera al portellone, sono stati disegnati apposta per dargli un look filante, dalla personalità techno-aggressiva fatta anche di dettagli e finiture. A riconoscere questa variante incattivita non ci vuole però molto. Tanta veemenza passionale che viene dal cuore  richiede un’adeguata respirazione. Per questo la griglia frontale massimizza il flusso d’aria verso il vano motore, flusso che fuoriesce poi rapidamente attraverso una delle due bocchette laterali (l’altra è la presa d’aria dell’alimentazione).

Il compressore Eaton è posto al di sopra del motore, dove generalmente si trova il sistema di immissione dell’aria di un propulsore aspirato. Azionato da una cinghia dedicata, il compressore ha due giranti che comprimono l’aria facendola passare attraverso due intercooler (che migliorano la densità dell’aria) fino alle camere di combustione. Gli intercooler hanno dei propri radiatori di raffreddamento, ed è anche adottato un radiatore addizionale per l’olio. Poiché il compressore è sempre in azione, la potenza extra è disponibile a qualsiasi regime. Il guidatore “dal palato fino” si accorge che l’elasticità fornita è ben superiore a quella che di norma offre sul motore benzina un turbocompressore. Per questo nella guida cittadina, nel traffico, o per il relax, il più cattivo dei Range distende i nervi e si lascia accompagnare docile docile, come si fosse al volante di una limousine. Lasciare più ampia libertà al piede destro significa invece dare libero sfogo a qualcosa di travolgente; è l’aggettivo che viene in mente d’istinto. Proporzionalmente alla corsa del gas e alla velocità del pensiero, la gradualità serve a calibrare le progressioni; sfruttando con più abbondanza le potenzialità dei cilindri sovralimentati, non si parla neanche più di semplice accelerazione, ma di una “fiondata” che catapulta l’oggetto Land Rover lungo qualsivoglia tracciato. Una fabbrica di adrenalina tutta da assaporare, ma anche da saper gestire con adeguatezza: “spalancare” il gas in curva, produce una tale violenza che talvolta non si trova una corrispettiva velocità dello sterzo. In questo caso, chi è al volante deve compensare con decise e leste correzioni. Nulla di nuovo comunque, succede anche con sportive di “razza rasoterra”, ed è un effetto che si riscontra non di rado quando i cavalli sono tanti e ipervitaminizzati.

La sonorità fa capire che si ha a che fare con cavalli sportivi, ma con imposta educazione; e anche quando si scatenano, il ringhio viene filtrato e ovattato. Si ascolta il rock, ma a volume soffuso. Per non trasformare l’autostrada in un costante pericolo patente, meglio evitare distrazioni o pseudo “caccie al Cayenne”: il rendimento porta vivacità già a regimi da diesel, i giri salgono in un attimo e ai  2500 corre sul filo dell’andatura da crociera. I 225 km/h max autolimitati danno un’idea, ma le potenzialità andrebbero pure oltre. La piacevolezza trova supporto, anzi esaltazione, dalla funzionalità del cambio automatico/sequenziale: basterebbero la posizione Drive e quella Sport raggiungibile a tocco di dito, che accorcia i rapporti, li prolunga nle tempo, e riserva all’occorrenza un freno motore forte e deciso per le decelerazioni. Manovrare i sei rapporti in modalità sequenziale CommandShift allarga ancora un po’ la sfera delle soddisfazioni. Le tarature dedicate lo hanno reso più reattivo nel sostenere voglie sportive, più veloce che sulle altre Land Rover nell’accompagnare accelerazioni e scalate, tant’è che accetta anche passaggi di due rapporti e lascia usare i giri alti del motore senza interferire. Lo stesso fanno i controlli attivi elettronici.

Gli iniettori del vitaminizzato V8, calibrati alle necessità di sovralimentazione, di fatto abbondano in modo inverosimile col carburante. Foraggiare questo Range Sport costa non poco: rimanere intorno ai 7 km con un litro è già un successo, e non cambia molto cercare di tranquillizzare lo stile di guida, mentre è facile lasciarsi prendere la mano, anzi il piede, e fare calcoli di 5/6 km/litro. Come avevamo rilevato con la versione V8 TDI, le possibilità motoristiche sono supportate da un impianto telaistico di prim’ordine. La struttura Body-frame, con scocca e telaio integrati, è stata messa a punto specificatamente, e così l’assetto e tutto il cinematismo del sistema Terrain Response che, ricordiamo, si articola su 5 modi operativi per dialogare trasmissione e sospensioni. La condizione standard tutti-usi ha rigidità sportiveggianti, e anche per questo è quasi una sorpresa rilevare l’alto comfort delle sospensioni pneumatiche, riadattate nelle geometrie. I tecnici hanno rivolto cure specifiche anche ai freni, che adottano dischi Brembo, con le pinze anteriori a quattro pistoncini. Risultato: modulabilità da favola anche nelle decelerazioni violente. Filando lisci sui tappeti di asfalto con le grandi ruote da 20″ dedicate, le irregolarità non sembrano neppure tanto secche viste le doti di stabilità e maneggevolezza.  Cambi di traiettoria repentini con ridottissimo rollio, curvoni audaci in pieno grip, sono un abbinamento top di piacere e sicurezza; le reazioni di potenza, come detto, sono da adeguare  al comportamento del servosterzo ad assistenza variabile. Strada e telaistica sembrano tutt’uno per il guidatore, con un autorevolezza da animi sportivi che ha rari riscontri nel mondo  SUV. La dote ulteriormente valorizzante che fa meritare la lode, è data dal fatto che a differenza di tanta concorrenza,  tutto ciò non comporta troppe penalizzazioni fuoristradistiche.

Il talento off-road ce l’ha nel DNA, e si avvale della migliore attrezzatura Land Rover. Le ruote ribassate e con disegno stradal-sportivo sono alla fine la maggiore limitazione, abbondantemente e in molte situazioni anche “rudi”, compensata dall’efficienza della gestione dei cinematismi. Il set dell’armamentario fa capo al Terrain Response con le sue cinque posizioni della manopola (guida generica, scarsa aderenza, fango e solchi, sabbia, fondo roccioso). La selezione influenza immediatamente l’erogazione della potenza e la curva di coppia, la lunghezza dei rapporti, i differenziali elettronici insieme all’altezza e rigidità delle sospensioni pneumatiche e agli altri controlli attivi, compreso l’HDC che controlla velocità e stabilità in discesa. “Rumoreggia” ancora, ma la messa a punto lo rende utilissimo su ogni fondo. Con un tocco di dito si cambia l’altezza dal suolo, ma lo step “fuoristrada” è accettato nei limiti delle leggi di sicurezza della logica elettronica: oltre i 70 km/h riporta l’assetto standard. La gomme da velocità non sembrano fatte per la mobilità off-road, che però resta su alti valori, con le mescole studiate per sfrutta l’impronta al suolo. I sistemi tecnologici “leggono” l’off-road e lasciano più libera l’escursione delle ruote per arrampicarsi verso il cottage in aderenza, con l’aiuto, enorme, delle marce ridotte a comando elettronico. L’altezza dell’assetto raggiunge quota 227 millimetri, 5 e mezzo in più rispetto alla posizione stradale. Coinvolgenti le funzioni supplementari del display del navigatore, che prevede una modalità fuoristrada con punti traccia, e permette anche di visualizzare la sterzata delle ruote e l’effetto sui dislivelli. Esempio di tecnologia pratica e scenografica.
 
L’abitacolo ha una connotazione personale di “fuoristradismo sportivo”. Il fatto che a Solihull sottolineino come il Range Rover Sport sia “progettato intorno al guidatore”, è un segnale dell’ergonomia molto caratterizzata che si voleva sfoggiare, ma comporta anche dei distinguo. Dai sedili alla consolle centrale, tutto dà una sensazione molto “avvolgente”. Se chi è al volante è però di altezza e corporatura muscolosa, vive la caratteristica in modo meno naturale, stretto in una specie di morsa con “comandi a  ridosso” che sacrifica la comodità di alcuni comandi. I servomeccanismi e le finezze di pregio si vivono al meglio, ma la funzionalità è sempre protagonista e tangibile, come affermano subito I tappeti in gomma spessa con rinforzi in alluminio. Forme di caratterizzazione Land Rover in un veicolo nato per emozionare.

SCHEDA TECNICA

Motore

Trasmissione

Chassis e contatto al suolo

 
Misure e Attitudini

Peso (kg)

Abitacolo

Prestazioni

Consumi (litri/100 km)

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